Una vita al servizio degli altri: morto a 52 anni Marco Conte, anima della Croce Rossa

PREONE. Aveva scelto di aiutare gli altri e lo faceva con una generosità disarmante. Una propensione al dono tipica di tutti i volontari, la sua. Quando c’era bisogno di lui non si tirava mai indietro.

Marco Conte, 52 anni compiuti lo scorso 30 settembre, storico dipendente della Croce Rossa, era nato in Svizzera, a Olten, ma fin da piccolo aveva sempre abitato a Preone, nella sua adorata Carnia, dove viveva assieme alla moglie e alle sue due adorate figlie, di 13 e 17 anni. È deceduto la sera di mercoledì 19 gennaio nella sua abitazione a causa dell’improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Dopo aver frequentato l’Isis Jacopo Linussio, Conte aveva scelto di cominciare a lavorare ma di dedicarsi anche agli altri. Era entrato a far parte della Croce Rossa, prima come volontario e poi, dal 1999, come dipendente. Poi, nel 2016, la scelta di cambiare lavoro e di iniziare il suo percorso professionale all’interno dell’Agenzia delle Dogane di Pontebba. Amante della natura e degli animali, il cinquantaduenne friulano condivideva con la sua famiglia anche la passione per la montagna e per gli spazi incontaminati. «Ogni volta che aveva un po’ di tempo libero – racconta la moglie Beata Kozlecka – organizzava una gita in montagna assieme a me e alle nostre figlie. Gli piaceva stare all’aria aperta e condividere con noi questi momenti. Era un padre e un marito affettuoso e sempre presente. Ha saputo starmi a fianco nei momenti belli e in quelli più difficili. Lui c’era sempre, per la sua famiglia ma anche per i suoi amici e colleghi. Era un uomo speciale».

Angela Tramontin, referente della Croce Rossa di Tolmezzo, ha lavorato per tanti anni assieme a Marco Conte, che ricorda con affetto. «I soci della Croce Rossa sono rimasti attoniti nell’apprendere che lo stimato collega era volato in cielo – le sue parole –. Marco ha visto nascere l’allora sottocomitato di Tolmezzo, negli anni Ottanta, e ha contribuito alla sua crescita, prima come volontario e successivamente come dipendente. Era stimato da tutti: dai colleghi, dai professionisti della sanità con cui si trovava a lavorare quotidianamente e anche dalle migliaia di persone trasportate in ambulanza. Amava il suo lavoro ed era sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà, Sarai sempre parte di noi. Ciao Marco».

La presidente della Croce Rossa del comitato di Udine, Cristina Ceruti, esprime ai familiari la vicinanza di tutti i volontari e i dipendenti. Marco Conte lascia la moglie Beata, due figlie, il padre Aldo (la madre era mancata qualche anno fa), e il fratello Daniele. Sabato 22 gennaio, nella chiesa di Preone, è stata celebrata una santa messa in ricordo del cinquantaduenne.