Belluno, a maggio +56% di pioggia: ecco il bilancio dell’Arpav
Un’estate di siccità? Pare proprio di no ad interpretare i dati diffusi dall’Arpav.
La risorsa idrica nivale era pari, a fine maggio, a circa 100-110 milioni di metri cubi nel bacino del Piave, 45-50 Mm3 in quello del Cordevole e di 30-40 nel bacino del Brenta.
La stima della residua risorsa nivale del maggio 2023 era appena di 60 Mm3 nel bacino del Piave, inferiore a 30 Mm3 nel Cordevole e nel bacino del Brenta in 35 Mm3.
Il fatto è che con le prossime temperature al rialzo questa riserva potrebbe rapidamente sciogliersi, ma gli esperti ritengono che le sorgenti alpine resteranno ancora per tempo abbondanti.
Intanto i principali serbatoi del Piave presentano i volumi invasati in forte rialzo. A fine maggio contenevano ben 148,9 milioni di metri cubi d’acqua (+25.8 Mm3 dalla fine di aprile), pari al 89% di riempimento, valore sopra la media del periodo (+3%).
Nel dettaglio il lago di Pieve di Cadore risultava al 100% di riempimento, valore sopra la media del +10%). Santa Croce stazionava all’83% di riempimento, nella media (+3%). Il Mis all’87% di riempimento. Sul serbatoio del Corlo (Brenta) il volume invasato era di 37,1 Mm3 (+4.7 milioni di metri cubi dalla fine di aprile), pari ad un riempimento del 97%. Merito anche delle abbondanti precipitazioni.
Si pensi che dall’inizio dell’anno idrologico, quindi da ottobre a maggio, sono caduti mediamente 1.120 mm; la media negli ultimi 30 anni è stata di 717 mm.
Gli apporti del periodo sono superiori alla media (+56%) e sono stimati in circa 20.620 milioni di metri cubi di acqua, in tutto il Veneto.
Le massime precipitazioni da ottobre sono state registrate dalle stazioni di Valpore Monte Grappa (Seren del Grappa). Sulle pendici del Grappa, soltanto a maggio sono caduti ben 768 mm.
A livello di bacino del Piave c’è un surplus pluviometrico del +69% (massimi apporti dal 1994). «Come non essere soddisfatti di questi apporti?», si chiede Camillo De Pellegrin, presidente del Consiglio di Bacino. «Ma con altrettanta onestà - aggiunge - dovremmo rimanere fortemente preoccupati: perchè questa risorsa non riusciamo a preservarla per i periodi di magra. Non riusciamo, insomma, a trattenere nè l’acqua piovana nè quella della risorsa nivale. E, tra l’altro, non riusciamo neppure a sghiaiare gli invasi».