Mega-raggiro sui biglietti Actv, Avm risarcita con 370 mila euro
Tre (ex) dipendenti di Avm sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire oltre 370 mila euro all’azienda, seppur con responsabilità e importi molto diversi: uno per aver materialmente trattenuto denaro dovuto alle casse pubbliche e per danno da disservizio, gli altri due per omessa vigilanza. Il primo è responsabile a risarcire il tutto; ma qualora non pagasse i due dirigenti sarebbero chiamati a intervenire “in via sussidiaria”, in quota parte.
Come agivano
A far da scenario all’ammanco è stato il “progetto Alberghi”, avviato nel 2015 per rifornire le strutture ricettive di biglietti per i trasporti pubblici da vendere alla clientela. Nel 2017 la gestione del servizio e la raccolta degli incassi - hotel per hotel - era stata affidata da Avm all’Ufficio Ticketing e Servizio clienti business e, nello specifico, a Michele Carriglio, dipendente Actv distaccato in Vela.
Nel 2020 il botto: c’è un “buco” bilancio tra i biglietti distribuiti negli hotel e gli incassi. Avm si attiva, fa un controllo interno, una segnalazione penale e indaga il Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Venezia, che mette a punto le cifre dell’ammanco: 307 mila euro.
La Procura contabile apre un fascicolo, entra nel merito e se a Carriglio contesta il dolo «per essersi impossessato del denaro contante contestatogli dalle strutture alberghiere», ma indaga per colpa grave anche il responsabile della Direzione amministrativa di Avm Emanuele Filippi; e la dottoressa Lucia Malgarotto, titolare della funzione Contabilità e clienti e ricavi (Cocri) «per aver omesso di impartire disposizioni al personale e informare i superiori degli insoluti».
Le indagini
Nel corso del procedimento, la difesa di Filippi ha evidenziato che il dirigente era a venuto a conoscenza della situazione solo nel 2020 e si era attivato facendo recuperare 173 mila euro che rischiavano di finire nel “buco”; mentre per i legali di Malgarotto, il danno l’avrebbe subito Vela, società sulla quale la dirigente non aveva controllo diretto.
Alla fine la Corte dei conti (presieduta da Marta Tonolo) ha deciso: quanto a Michele Carriglio «la meticolosa e puntuale attività di indagine svolta dalla commissione d’inchiesta istituita da Avm e la relazione della Guardia di finanza hanno dimostrato la piena responsabilità del dipendente (...) tanto più che lui non ha fornito alcuna giustificazione».
E quanto ai due funzionari, per la Corte vi è una responsabilità amministrativa sussidiaria: «La dottoressa Malgarotto in qualità di responsabile dell’Ufficio Cocri avrebbe dovuto svolgere specifiche funzioni di controllo».
Mentre Filippi avrebbe omesso di definire una formale procedura di controllo. Quanto ai risarcimenti, la Corte “sconta” il danno a 260 mila euro, condannando Carriglio a risarcire Avm l’intera cifra più 116 mila euro di danno da disservizio. Qualora non pagasse lui il dovuto, in “via sussidiaria” l’Erario batterà cassa a Emanuele Filippi per 39 mila euro e Lucia Malgarotto per 91 mila euro.
Una sentenza di primo grado, che potrà essere appellata.