A Treviso tamponi 24 ore su 24 e cordone sanitario attorno agli ospedali

TREVISO. Tamponi anche di notte, 24 ore su 24. L’Usl di Marca sta mettendo a punto il nuovo progetto per rispondere al costante aumento della richiesta di screening. «Fare i tamponi anche di notte sarebbe un bel colpo perché vorrebbe dire creare una zona protetta per gestire i pazienti con un sospetto di coronavirus negli orari in cui i Covid Point non sono attivi e l’alternativa oggi è rivolgersi al Pronto soccorso» commenta il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi che la prossima settimana incontrerà medici di famiglia, infermieri e rappresentanze dei professionisti della continuità assistenziale per condividere l’iniziativa e trovare insieme la quadra. «Vediamo se riusciamo a potenziare la modalità di controllo, estendendola in orario notturno, per rispondere ai cittadini in vista dell’inverno».

IL PROGETTO

Un’area vicino al Ca’ Foncello e un secondo punto in provincia sono le soluzioni che l’Usl sta individuando e che verranno presentate ai camici bianchi per avviare i tamponi h24. L’azienda sanitaria è pronta a mettere a disposizione un team di infermieri per garantire il supporto necessario. L’obiettivo è chiaro. «Evitare che i cittadini con una possibile infezione da Covid si rivolgano al Pronto soccorso quando i Covid Point non sono un funzione» prosegue il numero uno della sanità trevigiana. Un ragionamento che deriva dall’andamento sempre più veloce della pandemia. «Il virus ormai è ubiquitario, stiamo via via aumentando la nostra capacità di effettuare i tamponi e anche l’orario andrebbe incrementato per garantire la massima copertura» aggiunge Benazzi. L’epidemia richiede inoltre di creare un ulteriore cordone sanitario attorno agli ospedali della Marca, per evitare che il Covid entri tramite il Pronto soccorso e si possa insinuare nei reparti. Tenere la diagnosi del Covid nelle sedi esterne, di giorno e di notte, aiuterebbe a scongiurare la circolazione del virus in ambiente ospedaliero. Ancora più esplicito il manager della sanità trevigiana: «La logica è di realizzare delle zone protette dove poter seguire l’utenza potenzialmente infettiva, evitandone l’ingresso in ospedale con la possibilità di contaminare il Pronto soccorso». Il vertice in programma con i condotti servirà a definire le modalità.

SCREENING CAPILLARE

Dopo l’apertura delle sedi ex Dogana di Treviso, Foro Boario a Oderzo, Zoppas Arena a Conegliano, ex Velo di Altivole in via Piave e la sede all’ospedale San Giacomo di Castelfranco, l’azienda sanitaria apre il Punto Covid a Conscio. Quest’ultimo servirà l’area del distretto Sud di Treviso, sarà tarato per gestire dai 300 ai 400 tamponi al giorno e gestito nei primi mesi da personale della cooperativa Castelmonte. —

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