Slovenia, cosa cambia per gli italiani dopo il coprifuoco

UDINE. I cittadini italiani che non vivono in Slovenia possono attraversare normalmente il confine, secondo quanto fanno sapere dal Ministero dell'Interno sloveno e dall'Ambasciata italiana a Lubiana.

Il decreto sulla limitazione temporanea parziale della circolazione delle persone, entrato in vigore oggi martedì 20 settembre, che limita la possibilità di attraversamento tra regioni statistiche slovene, concede la possibilità per i residenti in Slovenia di superare i confini della propria regione e il paese per motivi fondati (lavoro, visite mediche), ma non può ad esempio raggiungere l'Italia per motivi turistici o legati agli acquisti.

I cittadini italiani che entrano in Slovenia non sono soggetti a particolari restrizioni: le norme in vigore al momento consentono di entrare nel Paese anche senza presentare un test negativo per il coronavirus o sottoporsi alla quarantena. Saranno in ogni caso rafforzati nelle prossime ore, come spiegano i media sloveni, i controlli ai valichi.
 

Del resto la curva dei contagi in Slovenia non pare conoscere sosta. Nella giornata di lunedì sono stati registrati 794 casi a fronte di poco più di 4 mila 300 test del tampone (il 18% dei testati): praticamente lo stesso numero dei tamponi effettuati in Fvg, dove i casi censiti il 20 ottobre sono stati 131. Due i decessi, che portano il totale delle vittime a 192, mentre 7.708 sono le persone attualmente positive.  Sono 56 le persone ricoverate in terapia intensiva.

Il governo ha vietato gli incontri con più di 6 persone, ma nel provvedimento non rientrano i nuclei familiari. Scatta nella serata del 20 ottobre il coprifuoco notturno: dalle 21 alle 6 dei mattino sarà vietato cicrolare se non per urgenze o motivi di lavoro. Di consegenza vengono ridotti gli orari di apertura dei negozi e degli altri esercizi commerciali.


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