Geologo in sopralluogo alla frana a Rivamonte. Subito lo sgombero del materiale

RIVAMONTE. «Mentre attendiamo la relazione del geologo, la prossima settimana inizieremo a sgomberare il materiale franato». A dirlo è Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade, il giorno dopo il crollo della montagna sulla vecchia strada dei Castèi nei pressi dell’ex casa cantoniera in località Tagliata di San Martino, in comune di Rivamonte. Tra le 4 e le 5 di giovedì dal versante nord del Còl Pizzón, una delle pareti che forma la gola dei Castèi, è scesa una notevole quantità di materiale composto da detriti e massi di grosse dimensioni: il Campanile dei Baranci, meta in passato di ascensioni alpinistiche, ormai si può solo ammirare sulle fotografie.

La frana ha creato molta impressione tra amministratori e cittadini. Non solo per il fatto che da quel versante nel recente passato non si erano verificati dissesti importanti, ma anche per le conseguenze che il fenomeno potrebbe portare con sé.

Lungo la strada, chiusa dalla metà degli anni Novanta e sostituita dalla galleria, dovrebbe infatti passare la ciclabile Bribano-Cencenighe, finanziata dall’Unione montana agordina con 9 milioni e 317 mila euro dei Fondi di confine.

Non solo: sulla vecchia arteria stradale Veneto Strade intende spostare il traffico veicolare nel momento in cui verranno compiuti i lavori di messa in sicurezza della galleria. Tutto, o quasi, è però legato alla relazione che i geologi consegneranno a Veneto Strade, ente gestore della strada. Ieri uno di loro ha effettuato una ispezione sul posto.

«Il geologo», dice Silvano Vernizzi, «ha compiuto il sopralluogo sulla frana. Non possiamo fare altro che attendere la sua relazione che, presumibilmente, arriverà a metà della prossima settimana».

Come Vernizzi aveva già anticipato giovedì, c’è la necessità di capire quale sia la situazione del versante.

Nell’attesa, però, Veneto Strade ha deciso di avviare subito il cantiere per lo sgombero del materiale franato. «Abbiamo già attivato una “somma urgenza”», spiega il direttore di Veneto Strade, «la prossima settimana la ditta incaricata inizierà a liberare la strada dal materiale. Poiché si tratta di materiale buono, credo che potremo andare in compensazione: la ditta lo porterà via e lo venderà. Nel caso ciò non fosse possibile o non lo fosse interamente, i costi di sgombero non saranno comunque troppo elevati».

Nonostante sia ora necessario avere il responso del geologo per programmare gli interventi del futuro, secondo Vernizzi anche in caso di valutazione negativa ci sarebbe la possibilità di utilizzare la strada come alternativa alla galleria nel momento in cui quest’ultima verrà chiusa per i lavori.

«I tempi per effettuare gli interventi in galleria non saranno lunghi», sottolinea il direttore generale di Veneto Strade, «quindi credo sia ipotizzabile in ogni caso far transitare le auto sulla vecchia strada (che a quanto pare non ha subito grossi danni) mettendo in atto un’azione di monitoraggio del versante da cui è scesa la frana».

Diverso sarebbe invece il destino della ciclabile Bribano-Agordo. Il passaggio ai Castèi è, come lo ha definito il presidente dell’Unione montana agordina, Michele Costa, un punto nevralgico: o si passa di lì o la ciclabile rischia di essere interrotta e quindi di non avere senso.

Ironia della sorte proprio ieri è stato assegnato l’incarico per la progettazione dell’intero tracciato. La cifra a base d’asta era di 436.654 euro.

Prima di ufficializzare il vincitore della gara, tuttavia, gli uffici dell’Unione montana agordina dovranno fare tutte le verifiche previste dalla legge. Saranno dunque necessari alcuni giorni prima di conoscere l’esito finale.