La relazione del Comune di Ivrea: «Nel Naviglio c’è l’amianto»

IVREA. Ci sono anche «materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi» nel Naviglio di Ivrea. A certificarlo la relazione del 26 febbraio 2022 del sopralluogo del Comune, resa pubblica insieme alla bozza di convenzione proposta a Coutenza nella delibera di giunta dell’8 marzo. Poi, di tutto: rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, imballaggi in plastica, imballaggi in metallo, imballaggi in legno e apparecchiature fuori uso contenenti composti chimici dal nome poco rassicurante: Clorofluorocarburi (Cfc), ritenuti responsabili del buco dell’ozono, di cui in Italia è stata vietata la commercializzazione e la produzione a partire dal 2008, dopo il protocollo di Montreal del 1987. Spiccano anche gli pneumatici usati trovati: circa duecento.

Lo smaltimento degli pneumatici usati, in Italia, è permesso solo al gommista che contatta l’azienda comunale dei rifiuti per concordarne le modalità, con un contributo a carico del cliente. Il sopralluogo è stato svolto dal geometra Davide Luciani, che coordina l’Ufficio tutela dell’ambiente, dall’assessore Giuliano Balzola e dal direttore di Scs Andrea Grigolon. La relazione è stata inviata all’Arpa e allo Spresal dell’Asl/To4. Nei mesi precedenti si sono tenute le riunioni tecniche per trovare la quadra sulla pulizia e sullo smaltimento dei rifiuti tra il Comune la Coutenza Canali Cavour. Ivrea ha già approvato una bozza di convenzione che ha inoltrato al consorzio, che però la sta ancora valutando.

L’accordo, infatti, non è stato trovato nelle riunioni e sembra davvero impossibile, ormai, che arrivi prima che l’acqua ricopra di nuovo i rifiuti. Lo scorso anno era accaduto il 22 marzo e lancette ticchettano implacabili. «Ogni soggetto ha i suoi tempi - spiega Roberto Occhipinti, segretario dell’associazione Est Sesia, uno dei due rami principali che compongono il Consorzio che innaffia anche le risaie del vercellese -, nessuno discute quelli dell’altro. Siamo rimasti d’accordo sul principio di trovare una forma di collaborazione tra Consorzio e Comune». L’apertura del Consorzio rispetto allo scorso anno è netta. «In linea di principio - spiega Occhipinti - se fossimo stati impegnati solo a prelevare i rifiuti dall’alveo e a rimuoverli e il Comune si fosse fatto carico dello smaltimento in toto eravamo assolutamente d’accordo. Se ci fosse stata data occasione di riversarli semplicemente su un camion la questione sarebbe stata un po’ più pacifica. Ma ora, con questa bozza di convenzione già scritta, ci sono alcuni aspetti da valutare». La bozza di convenzione stilata dal Comune di Ivrea, infatti, prevede che non solo la pulizia dell’alveo sia di competenza della Coutenza, ma anche lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e di eventuali carcasse animali. Ivrea si occuperebbe dei rifiuti solidi urbani.

Ed è questo il punto su cui il consorzio ha mostrato più resistenze. «I dubbi principali sono su questo - conferma ancora Occhipinti - e sul fatto che non sia stata data una tempistica certa di stazionamento dei rifiuti sull’area di nostra pertinenza». Dunque le parti non sembrano lontanissime e un accordo vantaggioso per tutti, soprattutto per la salute dei cittadini, pare vicino. Il Comune nella sua relazione ricorda che una sentenza del Consiglio di Stato del 9 giugno 2021 ha affermato «il principio secondo cui anche i Consorzi di bonifica - nelle qualità di enti gestori di beni demaniali - rientrano tra i soggetti passivi sottoposti all’obbligo di rimozione dei rifiuti ai sensi dell’articolo 192 del Testo unico ambientale». Finire nelle aule di tribunale, però, significherebbe gettare alle ortiche un’interlocuzione in fase avanzata e pare un’ipotesi lontana in questo momento. Il rischio concreto, però, è che di questo accordo si benefici davvero soltanto a partire dal prossimo anno. —