SELVAZZANO. Le sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia per l’invasione dell’Ucraina stanno penalizzando l’export del vino italiano. La situazione particolarmente critica riguarda i vini che rientrano nella categoria dei beni di lusso.
Sarebbe un milione di ettolitri il vino da ricollocare. Ad affermarlo, nei giorni scorsi al Vinitaly di Verona, è stato il vicepresidente nazionale di Confagricoltura con delega all’internazionalizzazione, Giordano Emo Capodilista, titolare dell’azienda vitivinicola La Montecchia di Selvazzano.
«Al danno economico che il settore agricolo e vinicolo stanno subendo si aggiunge la difficile interpretazione delle sanzioni», spiega Emo Capodilista. «Il regolamento blocca infatti l’export solo per i prodotti di lusso del valore superiore ai 300 euro per articolo. La regola verrebbe applicata all’articolo oggetto della spedizione e consegna, indipendentemente che si tratti di una bottiglia o di un cartone da 6 o 12 bottiglie».
Aggiunge l’esponente di categoria: «Applicando una restrizione in base alle quantità si rischia di discriminare alcuni formati di acquisto. Chiediamo al Governo italiano di farsi portavoce in Europa delle nostre richieste. Bisogna chiarire che le restrizioni per il vino riguardano le singole bottiglie del valore superiore ai 300 euro. I singoli articoli sotto questa cifra non rientrano tra i beni di lusso e sono quindi esportabili».
Il vicepresidente di Confagricoltura chiede a Roma chiarimenti sul ricollocamento del milione di ettolitri di vino che l’Italia esporta ogni anno in Russia. «Dobbiamo iniziare a discutere su quali canali commerciali dirottare questo vino, un problema che riguarda anche la Francia», aggiunge il viticoltore di Selvazzano. «Di recente abbiamo avuto un incontro con l’ambasciatore francese sul delicato tema delle produzioni Dop e Igp: le nostre preoccupazioni sono anche le loro».
Chiude Emo Capodilistia: «Preoccupazioni, queste, che coinvolgono anche l’indotto turistico. Non dimentichiamo che i visitatori russi in Italia sono tra i maggiori “big spender” con un volume di acquisti che raggiunge il miliardo di euro l’anno. La guerra è un fenomeno che mina le basi non solo economiche ma anche sociali, tutelare il vino è uno dei migliori modi per promuovere la pace».
