Treviso, la Chiesa Votiva avrà una nuova navata. Ma il decreto Cei è in ritardo e i costi lievitano
Ad oggi ci si aspettava di vedere già montate le impalcature, invece il cantiere per la riqualificazione della Chiesa Votiva è lì, fermo ai blocchi di partenza. L’avvio degli appalti e dei lavori è condizionato dall’emanazione del decreto della Conferenza Episcopale che ratifica il finanziamento all’opera; doveva arrivare a inizio anno, non c’è ancora.
Il perché è legato soprattutto alle oscillazioni dei costi che la Cei sosterrà per il 75%. Intanto però, ci sono già le immagini di come sarà, domani, la grande navata.
La riqualificazione
Il progetto – che oggi oscilla tra gli iniziali 3,8 milioni di euro e i quasi 5 raggiunti a causa delle oscillazioni dei costi dell’energia e delle materie prime – prevede la completa riqualificazione dell’altissima navata della chiesa costruita settant’anni fa, dopo essere stata rasa al suolo nel 1944.
Un intervento necessario perché la struttura non risponde più agli standard antisismici e oltretutto già in passato aveva dato dimostrazione di alcune fragilità. «Nulla di preoccupante certo oggi» sottolinea don Paolo, il parroco della Votiva, «ma un intervento da attuare assolutamente per il domani».
Se ne parla da due anni, ora i progetti esecutivi sono finalmente fatti e in attesa di finanziamento. L’importante colonnato che oggi divide la navata verrà trasformato eliminando i pilastri a corpo unico e trasformandoli in una struttura più leggera; verrà completamente rifatta la struttura portante della volta, verranno riqualificati il presbiterio, la zona del battistero e quella dedicata alla devozione di Maria, cuore della chiesa.
Un cantiere imponente, le cui immagini sono state diffuse pochi giorni fa dalla parrocchia per la curiosità dei tantissimi fedeli e dei tanti abitanti del quartiere. «Il risultato sarà una chiesa ancor più accogliente e in regola non solo con le disposizioni edilizie, ma anche con le indicazioni liturgiche» sottolinea don Paolo che nella grande partita del cantiere (comprenderà anche il restauro della canonica) da mesi intrattiene rapporto fisso non solo con Roma, ma anche con il consiglio pastorale.
Il ritardo e i mutui
«Il decreto della Cei era atteso settimane fa» ammette il parroco, «siamo in ritardo con tutto il calendario ma non possiamo far altro che aspettare. Più che altro si tratterà di capire come potremo far fronte alle spese aggiuntive. È la parrocchia che deve fare fronte al 25% oltre il 75% finanziato dalla Cei. Faremo un mutuo certo, ma va fatto un ragionamento ampio, finanziario e progettuale».
Si tratterà di capire, intanto, se ci possano essere dei benefattori, in secondo luogo se fare fronte alla propria parte di spese di cantiere avviando altre operazioni finanziarie e comunitarie utili ad alleggerire il fardello economico.
Il ruolo dell’Aurora
In questa partita potrebbe – condizionale d’obbligo – anche rientrare l’utilizzo degli spazi sportivi dell’Aurora, in abbandono da un anno e mezzo.
Il Comune, inizialmente favorevole ad aiutare la parrocchia a rilanciare il campo, non pare più partecipe alla sfida. La parrocchia sta così valutando altre possibilità utili a far “rendere” lo spazio. «Non si tratta certo di speculazione» chiarisce subito Don Paolo, «l’area è a servizio della comunità e tale rimarrà», ma la destinazione potrebbe anche diventare un po’ remunerativa.