«Giorgia Meloni, la donna forte d’Europa»: anche L’Express invita a «ispirarsi all’esempio italiano»
«Giorgia Meloni, la donna forte d’Europa». Nuovamente un’autorevole testata estera, e francese in particolare, dedica la propria copertina alla premier italiana, indicandola come leader da cui prendere ispirazione. Stavolta si tratta del settimanale L’Express, che inevitabilmente fa un paragone con la situazione politica d’Oltralpe. «La Francia, impantanata in una situazione di stallo sul bilancio, dovrebbe ispirarsi all’esempio italiano, efficace e rassicurante», si legge nell’editoriale sulla premier, nel quale riecheggia anche il recente giudizio espresso da Christine Lagarde, francese capo della Bce, non certo di simpatie conservatrici.
Giorgia Meloni sulla copertina dell’Express: «È la donna forte d’Europa»
Sono i fatti che contano: il risultato di quell’azione politica portata avanti dalla premier che, anche con «buona dose di discreto rigore», è riuscita a liberare l’Italia dall’immagine di «malato d’Europa», con cui ora invece è proprio la Francia a fare i conti. «Forte, come l’Italia», è il commento con cui FdI ha rilanciato la copertina sulle proprie pagine social.
La «nuova star politica dell’Unione europea»
Nell’articolo, che parla di Meloni come «nuova star politica dell’Unione europea», se ne sottolineano il «talento personale», il «posizionamento politico pragmatico», lo «spostamento a destra dell’opinione pubblica europea» – nel quale la stessa affermazione della destra italiana come forza di governo ha avuto un ruolo – e la differenza di statura rispetto agli altri leader, impietosamente definiti da L’Express «26 nani».
I fatti che hanno smentito tutti i pregiudizi
«Solo pochi anni fa, l’Italia faceva tremare l’intera zona euro con il suo debito pubblico colossale e la sua instabilità politica cronica. Oggi è la Francia a svolgere quel ruolo mortificante», si legge ancora sul settimanale, che ricorda che «erano in pochi a prevedere che Meloni avrebbe incarnato un giorno la stabilità e la credibilità internazionale ritrovata del suo Paese».
L’articolo prosegue con alcune note biografiche della premier e incorre nel ritrito e propagandistico cliché delle «radici» di FdI «nel fascismo», ricordando che quando approdò a Palazzo Chigi «la maggior parte dei media europei la descriveva come un’estremista pronta a instaurare un regime illiberale, rompere con l’Europa e piegarsi a Vladimir Putin». Invece, sottolinea, «la prima donna a guidare la Repubblica italiana non ha fatto nulla di tutto questo».
Trump? La premier italiana «a differenza di altri ha saputo evitare atteggiamenti servili»
Meloni viene ricordato ha messo in campo «una diplomazia conservatrice, atlantista e legata ai valori democratici». «È stata l’unica leader europea – viene ricordato ancora – invitata all’investitura del presidente americano. Ma, a differenza di altri, ha saputo evitare atteggiamenti servili nei confronti di Trump».
Gli scontri con Macron: «La sua linea si è imposta»
Pragmatismo, diplomazia, capacità di tessere relazioni mantenendo sempre ferma la barra dell’interesse nazionale emergono anche nell’analisi sulla posizione rispetto sui diversi dossier, dall’Ucraina ai dazi. «La sua ascesa al firmamento continentale l’ha portata a scontrarsi con Macron», scrive ancora L’Express, che sulla questione delle tariffe ricorda che «Meloni ha difeso la linea dell’accomodamento piuttosto che della risposta dura all’aggressività commerciale del presidente americano. La sua linea si è imposta».
Il consenso cresciuto rispetto alle politiche: «Non va sottovalutata»
«Dopo tre anni di potere, i sondaggi collocano il suo partito attorno al 30% delle intenzioni di voto, quattro punti in più rispetto alle elezioni del 2022. A questo ritmo, potrebbe addirittura – evento rarissimo nella storia contemporanea della penisola – restare al governo per l’intera legislatura. Si candiderà per farsi rieleggere alle prossime elezioni, previste al più tardi nel 2027?», si domanda in conclusione il settimanale francese, aggiungendo che «non lo si sa ancora. Ma se il suo curriculum dimostra una cosa, è che non va sottovalutata».
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