CARPI. Non si placano le polemiche e le idee discordanti dei carpigiani riguardo alla raccolta differenziata totale, che da luglio di diventerà obbligatoria. Il passaggio radicale al porta-a-porta comporterà la rimozione di tutti i cassonetti stradali, delegando ai cittadini la separazione domestica secondo le disposizioni di Aimag e la custodia in attesa del giorno prestabilito del ritiro a domicilio.
E se un’accesa discussione tra la gente riguarda la modalità di conferimento della plastica che Aimag vorrebbe nei sacchetti di plastica appositi, c’è anche chi di sacchi in casa non ne vuole sapere e al posto delle sporte di plastica preferirebbe avere un bidone idoneo come sarà per tutte le altre tipologie di rifiuti.
«Il vero problema però secondo me non riguarda la questione sacchetto per raccogliere la plastica o bidone – commenta Roberto Radesco, titolare di Bici1fisso di via Giacomo Matteotti – ma la difficoltà logistica della raccolta all’interno delle abitazioni. Il tema di quanto spazio si ha in casa da dedicare al deposito dei rifiuti diventa determinante, perché purtroppo molte persone hanno case piccole, spesso senza balconi e garage: vedi la maggior parte delle residenze in centro storico. Mi chiedo dove posizioneranno tutti i bidoni. Se prima la raccolta differenziata era comunque possibile, ma si potevano gettare i rifiuti nell’apposito cassonetto anche tutti i giorni, da luglio ci saranno i giorni prestabiliti per il ritiro e sarà necessario tenersi tutto in casa. Questo potrebbe essere un disagio non da poco».
Preoccupata, non solo della logistica ma anche da eventuali e ulteriori tasse che potrebbero andare a sommarsi a quelle che già ci sono per questo nuovo servizio, è anche Nadia Bertelli, volontaria nel negozio Habitus di via Gobetti: «Capisco molto bene l’importanza della spinta ecologica e di sostenibilità ma le domande che vengono spontanee sono molteplici: la prima è se la città è davvero pronta a questa svolta e in secondo luogo se davvero era necessaria. C’è poi la questione dei costi: cosa comporterà tutto ciò per i cittadini, per gli imprenditori e i commercianti, già oberati da spese, tasse e crisi economiche globali dovute prima al Covid e ora alla guerra?».
Molti carpigiani sono convinti però che, nonostante i disagi e le difficoltà che sicuramente si verificheranno soprattutto all’inizio del cambiamento, il porta-a-porta integrale potrà essere la vera svolta ecologica della città. «Solo così ci abitueremo ad una politica del riciclo e potremo davvero imparare ad essere più sostenibili – sottolinea Annachiara Andretta – Comunque a Carpi già il sistema di differenziazione dei rifiuti funziona abbastanza. Io sono di origine napoletana e anche se mi piange il cuore ammetterlo perché amo la mia città di origine, la differenza di approccio sul tema già si vedeva molto. Tuttavia capisco che tutto è migliorabile e anche se potrà creare forti situazioni di disagio, soprattutto per le persone più anziane e i grandi condomini, il passaggio va fatto».
Proprio sul probabile disagio per le persone anziane si è espressa anche Nella Belmondi che nonostante ciò ci ha tenuto a sottolineare: «Se Carpi farà questo sforzo è bene che lo facciano anche i paesi vicini se non addirittura tutta la provincia e la regione altrimenti ho veramente paura che servirà a ben poco – ha concluso – non è possibile che ci siano paesi virtuosi e città o centri di villeggiatura importanti in cui la differenziata non è nemmeno obbligatoria».
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