Dal parco urbano di Campo Marzio a Valmaura Beach: le idee per Trieste

TRIESTE Una spiaggia nel cuore di Valmaura, un gigantesco ombrello rotto davanti alla stazione, il Gasometro che diventa un’enorme zuccheriera. Sono solo alcune delle visioni futuristiche di Trieste ideate per il concorso di idee “Manifesti per la città”, che dalla prossima settimana verranno affisse nei rioni cittadini.

Il concorso, organizzato dall’Ordine degli architetti per il proprio centenario, mira a coinvolgere tutti nel dibattito, architetti e non, trasformando la città in uno spazio espositivo, che chiunque, aspettando l’autobus o andando a fare la spesa, potrà osservare da vicino.

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I 13 progetti presentati ripensano zone della città abbandonate o da riqualificare: chi con proposte concrete e risolutive, chi con suggestioni fantasiose e sognanti. Come hanno immaginato gli architetti partecipanti la Trieste del futuro?

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Una delle aree più gettonate è quella del Mercato ortofrutticolo di Campo Marzio, che Gabriele Pitacco trasforma in un grande spazio pedonale, con svariate isole verdi e una struttura a semicerchio che abbraccia il mare, mentre nel progetto di Francesco Iuretig si dota di due strutture dal design moderno, ispirate al mondo della vela.

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«La città che vorrei è natura che si riappropria del cemento», scrive Lorenzo Pentassuglia sul suo manifesto, che trasforma il Mercato in un grande parco urbano.

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E il verde la fa da padrone anche nel progetto di Mauro Crescenzo – guadagnatosi la menzione della giuria – che ragiona su una mobilità sostenibile, con una continuazione del percorso ciclabile sul lungomare e un grande ritorno: la linea di tram che storicamente collegava la stazione centrale a quella di Campo Marzio.

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Menzione della giuria per la «spiccata vocazione al sociale» anche al progetto di Paola Limoncin, Anna Dordolin e Valentina Rodani, che convertono l’ex mensa Crda in uno spazio di mercato, ristorazione, zone di co-working, alloggi e una terrazza giardino con la vista aperta sul golfo.

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Giovanni Andrea Panizon, invece, ripensa a piazza Duca degli Abruzzi: una struttura rialzata, isolata acusticamente dal traffico sottostante, offre all’interno un ridotto teatrale del Teatro Miela antistante, un locale polifunzionale e servizi igienici, e all’esterno una prospettiva unica sulle Rive.

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Una carrellata di progetti, poi, si interroga sullo spazio tra piazza Libertà e largo Santos: il manifesto di Lucia Krasovec-Lucas, che ne fa un’area verde con uno specchio d’acqua al centro, un’oasi di tranquillità dove viaggiatori e cittadini possono distendersi, e quello del quartetto composto da Claudio Farina, da Kathrin Villwock, Stella Farina e Dennis Sussmeier.

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Dal loro disegno sbuca la figura di un ragazzo sullo skateboard, a indicare una delle varie destinazioni immaginate per questo giardino – gemello a quello antistante la stazione –: attività fisica, intrattenimento musicale, artistico o semplice sosta all’ombra degli alberi.

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Una delle visioni più originali e creative della zona è quella dei vincitori, Martina Sciolis e Guido Pezzolato: ispirati dal nocciolo della triestinità, la nostra bora – che distrugge gli ombrelli, fa volare le persone e addirittura le navi da crociera – creano la “Statua in libertà”, un belvedere con un punto di vista inedito, un biglietto da visita della città.

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Nelle mani di Rossella Gerbini e Silvia Bertolini – premiate con la menzione dalla giuria – il Gasometro diventa una grande sala polifunzionale dalle atmosfere di ispirazione Belle Époque, uno spazio immersivo; mentre Alice Martinelli, nel suo brillante “Broletto Coffee District” incorona Trieste come capitale del caffè e trasforma l’area in un enorme spazio espositivo a tema.

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Un elegante cameriere con il fez, una caffettiera turca – rimando esotico al mondo balcanico-mediorientale –, un edificio espositivo a forma di tazzina e l’antico deposito del gas trasformato in una zuccheriera gigante. Con tanto di dirigibili che pubblicizzano il “Coffee Expo” a forma di chicco di caffè.

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Tra i manifesti più freschi e accattivanti anche la riqualificazione dell’ex centrale dell’Enel a Opicina di Giulia Fulzio, che ne conserva la destinazione d’uso, rivisitandola in chiave moderna e più sostenibile: un’enorme stazione di ricarica per auto elettriche e simpatiche navicelle volanti.

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Infine, la stravagante trasformazione dell’ex Irfop di Valmaura ad opera di Mauro Ventura: sullo sfondo di stadio e palazzetto, una cartolina dall’acqua azzurrissima e la spiaggia sabbiosa, con tanto di ombrelloni, lettini e costruzioni che strizzano l’occhio ai Topolini barcolani: “Valmaura Beach”.

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