Il sindaco di Gorizia: «Pieno accordo con Semolič: la pacificazione è l’unica strada possibile»
GORIZIA. Voltare pagina. Mettere nel cassetto le tensioni, le polemiche e le incomprensioni. E lavorare, convintamente, sulla pacificazione per guardare avanti. «Perché - a dirlo è il sindaco di Gorizia - è l’unica strada possibile sulla strada della Capitale europea della cultura».
Rodolfo Ziberna risponde così all’intervento, pubblicato ieri dal Piccolo, di Livio Semolič, segretario regionale dell’Skgz, che aveva invitato le istituzioni a lavorare sempre più per il dialogo e per superare, realmente, vicende storiche che hanno ferito quest’area di confine ma che devono essere superate. Volenti o nolenti.
La parola d’ordine è: dialogo
«Ho letto le riflessioni di Semolič. La parola cardine - esordisce il primo cittadino - è dialogo. Ed è proprio quello che sto affermando in svariate occasioni. Anzi, l’ho sostenuto ancor prima che Gorizia e Nova Gorica venissero designate Capitale europea della cultura. Ma c’è un elemento che voglio sottolineare con forza: tutto deve partire dalla conoscenza reciproca della storia e dal rispetto delle identità. Non secondario, anzi probabilmente ancora più rilevante, il riconoscimento della sofferenza altrui patita che fornisce una possibilità di condivisione potente. Se tu hai patito una tragedia, pur stando dall’altra parte, puoi capire o quantomeno avvicinarti sl sentimento che ha provato l’altro. Sono sempre stato convinto che divulgare la conoscenza della nostra storia, del nostro vissuto, delle nostre radici sia imprescindibile per guardare al futuro delle nostre comunità, dei nostri giovani con maggiore ottimismo».
I sassolini nelle scarpe
Ma due sassolini dalle scarpe, Ziberna se li toglie. Pur non citando mai l’annuale cerimonia della Decima Mas nell’atrio del Municipio che sollevò le critiche del sindaco di Nova Gorica Samo Turel si limita ad osservare: «Non mi sognerei mai di dire a un Comune di non incontrare le associazioni partigiane perché non mi compete e posso anche capire quel punto di vista. Ma altrettanto mi aspetto da quello stesso Comune quando noi celebriamo persone che sono morte».
La lettera dei 78 docenti
Un altro riferimento, il sindaco lo fa alla lettera dei 78 docenti del Polo liceale. «Un’azione che dimostra, ancor di più, quanto sia necessario arrivare a una condivisione. Come ho detto in altre occasioni, ai giovani non dobbiamo dire cosa pensare: ciascuno dovrà poter trarre le proprie considerazioni. I nostri ragazzi devono avere gli elementi di conoscenza per poter, poi, esprimere un giudizio. La storia è importante». Ancora un riferimento all’iniziativa degli insegnanti: «Nella loro lettera si sono impuntati sull’aspetto amministrativo e burocratico dicendo che non c’è stato coinvolgimento con gli organi collegiali. Invece c’è stato, non vi faccio nemmeno vedere i carteggi che sono intercorsi con le dirigenti scolastiche, anche con chi c’era prima dell’attuale. E poi, si potrebbe realizzare un’altra targa, da affiancare all’altra dedicata a Norma Cossetto, che ricordi altre persone decedute in quel tragico periodo. Senza alcun problema».
Ci sono gli elementi per dialogare. «Sì, sono pronto a parlarne con Semolič».