Caso Swiatek: la decisione ITIA e le conseguenze della squalifica. Similitudini e differenze con il caso di Sinner
Proprio quando si sperava di avere un po’ di tregua dal tennis giocato e dalle vicende giudiziarie legate al doping di Jannik Sinner, ecco che il mondo del tennis è investito ancora una volta da un caso di un controllo anti-doping fallito da parte di un’atleta di primo piano, in questo caso la ex n. 1 del mondo Iga Swiatek.
Nella giornata del 27 novembre la ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha pubblicato una decisione (resa pubblica il giorno successivo) su un test eseguito fuori dalle competizioni da Iga Swiatek il 12 agosto scorso, mentre la polacca si trovava a Cincinnati per la disputa del Cincinnati Open.
Il campione prelevato ha rilevato tracce (in quantità non rese note) di trimetazidina (TMZ), una sostanza tristemente nota nel mondo sportivo per essere utilizzata come farmaco dopante da diversi nuotatori (inclusi i 23 nuotatori cinesi “perdonati” dalla WADA nel 2021 dopo un test positivo poi attribuito a contaminazione) e dalla pattinatrice su ghiaccio Kamila Valieva, poi squalificata alle Olimpiadi di Pechino nel 2022. La trimetazidina viene utilizzata principalmente per trattare malattie cardiache, principalmente l’angina pectoris, una sindrome che provoca dolori al petto causati da un flusso sanguigno ridotto al muscolo cardiaco. La sostanza promuove l’ossidazione del glucosio e ottimizza la produzione di energia in situazioni di limitato ossigeno, migliorando quindi le prestazioni degli atleti sotto sforzo.
La timeline
Il 12 agosto 2024 Iga Swiatek si trova a Cincinnati per la disputa del Cincinnati Open. Provenendo dalle Olimpiadi di Parigi e non riuscendo a dormire, nelle prime ore del mattino assume 2-3 pastiglie di melatonina, poche ore prima di essere svegliata dall’ufficiale dell’antidoping per un test fuori dalle competizioni.
Il 12 settembre Swiatek è stata notificata dei risultati del test, indicando che l’atleta avrebbe dovuto rispondere della violazione degli articoli 2.1 e/o 2.2 del TADP (Tennis Anti-Doping Programme), ovvero presenza di sostanze proibite (in questo caso TMZ) nei campioni e/o utilizzo o tentato utilizzo di sostanze o metodi proibiti senza la presenza di una valida esenzione per uso terapeutico (TUI).
Due giorni dopo, il 14 settembre, Swiatek ha chiesto che venissero eseguite le controanalisi, ovvero che venisse analizzato anche il campione B prelevato il 12 agosto a Cincinnati, per escludere che ci potesse essere stata una contaminazione del campione esaminato. Il 19 settembre il laboratorio ha confermato la presenza di TMZ nel campione di Swiatek.
Il 22 settembre Swiatek ha fatto richiesta di blocco della sospensione cautelativa a cui era sottoposta dalla data della notifica (12 settembre) entro i 10 giorni di tempo consentiti. La polacca ha negato di aver volontariamente assunto la TMZ attribuendo la positività a una contaminazione del prodotto o dell’ambiente circostante, senza peraltro fornire la probabile fonte della sostanza proibita.
Il 25 settembre la ITIA ha notificato Swiatek che non c’erano prove sufficienti per bloccare la sua sospensione cautelativa, ma la sera successiva (26 settembre) il team della polacca ha fornito ulteriori informazioni relative alla sua richiesta. Infatti, a seguito di analisi fatte eseguire sui medicinali e integratori utilizzati da Swiatek nel periodo del test incriminato, un prodotto a base di melatonina (LEK-AM Melatonina 1 mg) era risultato contaminato con TMZ. Il farmaco è prodotto in Polonia ed era stato acquistato dal team di Swiatek in Polonia, dove la melatonina è considerato un medicinale vendibile senza ricetta.
A quel punto la ITIA ha eseguito lei stessa test d’emergenza sui campioni di melatonina forniti da Swiatek, decidendo di posporre la decisione sulla sospensione cautelativa fino all’ottenimento dei risultati dei test che il 4 ottobre hanno confermato la presenza di tracce di TMZ nelle pastiglie di melatonina fornite da Swiatek. La sostanza era presente sia in superficie sia all’interno della pastiglia in una modalità ritenuta compatibile con la contaminazione durante la produzione, e le tracce sono state rilevate sia nelle pastiglie del flacone dal quale Swiatek aveva assunto melatonina la notte precedente il test del 12 agosto, sia in quelle provenienti da un flacone sigillato dello stesso prodotto appartenente allo stesso lotto. La ITIA ha tentato di reperire autonomamente confezioni dello stesso prodotto appartenenti allo stesso lotto, ma non ha ricevuto risposta dalla casa farmaceutica in questione.
Il 4 ottobre la sospensione cautelativa è stata rimossa, ma è rimasta comunque la notifica della violazione alla giocatrice, notificata nuovamente l’11 ottobre. Il 23 ottobre la giocatrice ha inviato la propria risposta accettando la violazione contestata e passando quindi la questione al Tribunale Indipendente.
La decisione
Durante la procedura del tribunale indipendente sono stati considerati i risultati degli altri test anti-doping cui è stata sottoposta Iga Swiatek nei periodi immediatamente precedenti e successivi a quello del test fallito. Nessuna traccia di TMZ era stata rilevata nei campioni prelevati alle Olimpiadi di Parigi il 1° e il 2 agosto, così come un quello dello US Open il 27 agosto: ciò conferma l’uso occasionale delle pastiglie di melatonina dichiarato da Swiatek, che le utilizza solamente quando non riesce a dormire.
La ITIA ha accettato che la fonte “più probabile che non” della TMZ fosse il prodotto contaminato, e che sia stata quell’assunzione accidentale a provocare la positività del test del 12 agosto. Di conseguenza è stato determinato che l’assunzione di TMZ non sia stata “intenzionale”, facendo rientrare l’episodio in quanto contemplato nella regola 10.2.2 del TADP, con un massimo periodo di squalifica di due anni.
Tuttavia le regole 10.5 e 10.6 del TADP determinano che nel caso in cui “non ci sia stato né dolo né negligenza” da parte dell’atlete il periodo di squalifica venga eliminato, mentre nel caso in cui “non ci sia stato né dolo né negligenza in maniera significativa” la squalifica possa essere ridotta fino al 100% in base alla significatività della negligenza riscontrata”.
L’applicazione della regola 10.5, che elimina la squalifica in caso di assenza di dolo o negligenza, richiede che l’atleta utilizzi la “massima cautela” per assicurarsi di non ingerire sostanze proibite, e rappresenta uno standard estremamente oneroso da dimostrare, in quanto l’atleta deve provare di “aver prodotto ogni sforzo concepibile per evitare di assumere la sostanza”.
Swiatek ha chiesto di essere valutata secondo la regola 10.5, e in seconda istanza secondo la regola 10.6, perché:
- Prima di assumere la melatonina, si è consultata con un medico sportivo ed ha assunto solamente il prodotto indicatole dal medico;
- Il medico sapeva che lei fosse una tennista professionista e come tale sottoposta alle regole del TADP;
- Su sua richiesta, il suo preparatore atletico ha ricercato la composizione delle pastiglie di melatonina indicate dal medico ed ha confermato che non contenevano sostanze proibite;
- La melatonina è stata acquistata da una farmacia con un’ottima reputazione;
- Il prodotto è fabbricato da un’azienda farmaceutica di ottima reputazione, regolata dall’Unione Europea, e non sono mai stati registrati casi di contaminazione relativi a questa medicina
- Ha utilizzato il prodotto solamente nei casi prescritti, ovvero per combattere il jet lag;
- La melatonina è considerata un medicinale in Polonia (mentre ciò non accade in altri Paesi) e come tale è stata trattata;
- Il prodotto è lo stesso usato da Swiatek da parecchi anni e non aveva mai creato problemi;
- Non c’era molto che Swiatek avrebbe potuto fare per impedire di ingerire la sostanza proibita data la contaminazione del prodotto farmaceutico.