Bergoglio "contro" un istituto francescano. Il papa che ha scelto "Francesco" come nome è in qualche modo "accusato" di aver contribuito alla "persecuzione" di una congregazione clericale riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa cattolica."In questi sei anni ho assistito: alla oggettiva devastazione della mia famiglia religiosa (frati, suore, laici), alla persecuzione (tuttora in corso) del padre fondatore e del nostro autentico carisma FI approvato da Papa san Giovanni Paolo II...", a parlare è padre Paolo Siano: un nome che ai lettori potrebbe non dire niente. La "voce coraggiosa" dei frati francescani dell'Immacolata, invece, ha riaperto una vicenda che pareva conclusa da tempo. Papa Francesco ha commissariato la comunità francescana in questione autorizzando un decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: era l'undici luglio del 2013. Una decisione che alll'epoca era stata bocciata di netto dai tradizionalisti. Risale a quel commisariamento, del resto, l'invezione del termine "misericordiati":così vengono chiamati, in certe stanze vaticane e da certi vaticanisti, coloro che sarebbero finiti per diventare "vittime" dellle decisioni di Bergoglio. I detrattori del papa usano dire che, sotto questo pontificato, il modus operandi è incentrato tutto sul "misericordiare". Il mezzo per attuare queste scelte? La "misericordina".I frati francescani dell'Immacolata, secondo quanto si legge anche qui, sono stati "esautorati" per aver ripristinato il messale preconciliare del 1962: l'ormai noto rito antico. "il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l’uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzata dalle competenti autorità, per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta", recitava il decreto di commissariamento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata a firma di un altro francescano, Josè Rodriguez Carballo. E in questi giorni, padre Paolo Siano ha ripercorso le tappe che avrebbero segnato questa passibilità di "persecuzione", che lo stesso francescano ha dichiarato esistente nei confronti del suo istituto: "Il futuro vocazionale, mio e di altri confratelli che come me difendono la persona e la linea dei Fondatori, è incerto". E ancora:"Alla luce di vari fatti, sono convinto che almeno finché dura questo Pontificato siamo passibili di monitoraggio, ostruzione, persecuzione, ovunque andremo e qualunque cosa faremo o diventeremo", ha specificato, come riportato su Chiesa e postconcilio, padre Siano. "In quell’incontro del 21-1-2012 -ha raccontato la "voce coraggiosa" dell'ordine fondato da padre Stefano Manelli - quei tre frati italiani ci dissero, in sostanza, così (sono testimone): «Se non togliete il latino dal Seminario [di allora, Seminario Teologico dell’Immacolata Mediatrice – STIM] vi denunciamo in Congregazione [CIVCSVA] dove sapete che ci sono «modernisti» [o «progressisti»] che vi faranno commissariare». Ed è avvenuto proprio così. Non ci piegammo alla minaccia, e vennero Visita e Commissariamento". Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificium , aveva riabilitato il rito gregoriano stabilendone la "celebrabilità" come forma straordinaria. Per alcuni, insomma, il commissariamento dell'istituto dell'Immacolata sarebbe servito soprattutto per cancellare il ripristino della Messa tridentina, nella forma stabilita dal Messale romano del 1962. Per delegittimare quel testo, insomma, e chi lo ha interpretato in modo estensivo iniziando a celebrare la messa antica tutti i giorni.Padre Federico Lombardi, d'altro canto, ha chiarito come la scelta del commissariamento non riguardasse solamente l'utilizzo della messa antica. La decisione, infatti, sarebbe arrivata in seguito a delle valutazioni sulla "vita della Congregazione nel suo insieme, e non solo le questioni liturgiche". Il motu proprio di Joseph Ratinzger, inoltre, non sarebbe stato messo minimamente in discussione da Bergoglio. Per padre Siano, però, pare evidente una pianificazione quasi scientifica tesa a screditare l'istituto e il suo fondatore: "La resistenza, anche giuridica e giudiziaria, ha rallentato il piano che comunque continua. Altro punto dolente del Curatore è il sottolineare che il commissariamento stia operando tra noi FI «chiarificazione dottrinale». Gli addetti ai lavori - ha evidenziato il padre francescano - sanno bene che egli è uno di coloro che ci hanno accusato e calunniato di deriva lefebvriana e di tradimento della Chiesa e del carisma… In verità, in scienza e coscienza, vediamo ora una deriva e certamente non in senso tradizionalista. Ad esempio, sarebbe interessante sondare la posizione dei frati e vertici dei FI dinanzi al caso della Comunione concessa ai divorziati risposati che vivono “more uxorio”… Chi scrive condivide invece i “dubia” dei 4 (ora 2) Cardinali e di tanti altri Pastori e sacerdoti più o meno noti". I francescani dell'Immacolata, in definitiva, hanno rilanciato e si sono schierati accanto a chi, nell'odierna divisione dottrinale, sostiene che il pontificato di Bergoglio stia mettendo in discussione alcune basi della dottrina cattolica.