Tempestivo indubbiamente l'intervento di Alberto Bonisoli, neo-ministro dei Beni Culturali, che ha risolto la questione Padiglione Italia per la Biennale di Venezia 2019 affidandolo a Milovan Farronato. Stando alle indiscrezioni il critico milanese, da tempo attivo a Londra, ha prevalso su Andrea Bellini e Luigi Fassi. Il responsabile del dicastero ha quindi esaminato il lavoro preparato dal suo predecessore Dario Franceschini, anche perché il poco tempo a disposizione non permetteva ulteriori ritardi.Di sicuro si sta consumando, anche in Italia, il definitivo cambio generazionale nel panorama curatoriale. Prima venivano scelti gli accademici e gli storici (chi vi scrive, Sgarbi, Trione), alternati a colleghi con esperienza museale (Gianelli, Pietromarchi); la tendenza più recente (già con Alemani nel 2017) è affidarsi a professionisti free lance delle cultura, dotati di uno sguardo globale, almeno sulla carta internazionale, con provata esperienza all'estero, capaci di lavorare con gli artisti più alla moda e sfiziosi. Sarà anche stavolta un Padiglione di quarantenni. Il percorso di Farronato è interessante almeno quanto il suo look, un misto tra Vladimir Luxuria e Robert Smith dei Cure, tanto per farsi notare nel variopinto circo dell'arte. Il tipo ha comunque il suo bel caratterino, protagonista qualche anno fa di una rissa con insulti, pugni e schiaffi, vittima la signora Agnieszka Sikorska, manager dell'esclusivo club privato Groucho Club di Soho a Londra. Seguì denuncia da cui fu assolto.Per noi l'abito non fa il monaco e apprezziamo la curiosità intellettuale di Farronato. Attualmente è curatore del Fiorucci Art Trust per il quale ha realizzato il Festival Volcano Extravaganza a Stromboli. Più attivo all'estero che in Italia, ha curato mostre in Polonia e Brasile, specializzandosi negli interventi off in occasione delle biennali internazionali. Lunga e significativa l'esperienza da talent scout a Viafarini, docente di cultura visiva allo IUAV di Venezia, critico su riviste di settore Flash Art, Mousse, CURA, Artribune- e di moda, sua autentica passione Uomo Vogue, Fashion Trend. Ha avuto comunque l'occasione di confrontarsi con artisti importanti, quali Rondinone, Kusama, Katharina Fritsch.Il curriculum insomma non gli fa difetto. Non rappresenta il nuovo (vanesio, l'età non la dichiara) ma almeno non l'antico. Ho memoria di un gustoso episodio, accaduto nel 2009 quando fui curatore del Padiglione Italia, Farronato si mise alla testa di una pattuglia di giovani artisti elaborando a Cà Pesaro una mostra che da molti fu letta come il Padiglione dissidente e alternativo, senza peraltro riceve particolari elogi dalla stampa. Andai però a rendergli visita di cortesia, come si usa tra persone civili che si rispettano, e il suo leggero imbarazzo me lo rese simpatico. Non mi resta che augurargli buon lavoro, dovuto a chi atterra in Laguna perché la sfida non è mai facile, senza pregiudizi né preconcetti.