Quello di Chiharu Shiota è un cosmo filato di reti, sinapsi, onde che lasciano fluttuare i ricordi e li tengono stretti in un fermoimmagine destinato a durare. Sono libri aperti, ritagli di città, abiti sospesi nel vuoto, letti di ospedale risucchiati in mulinelli macroscopici. E poi porte che vanno a socchiudere circoli inquieti, chiavi invischiate dentro a ragnatele trasparenti e impenetrabili, navi che partoriscono nuvole, scarpe allacciate al soffitto. Una geografia intima e astrale che ha preso forma negli anni …
Continua