Centomila dollari in cambio del tuo smartphone per un anno: è questo il contest lanciato da Vitaminwater negli Stati Uniti e che punta a farti disintossicare da telefoni e tablet. Se rinunci ai tuoi dispositivi mobile per 365 giorni vinci il premio di 100 mila dollari. Le selezioni sono iniziate su Facebook e Instagram sotto gli hashtag #NoPhoneforaYear e #contest, basta essere residenti negli Stati Uniti e avere più di 18 anni per partecipare: basta condividere un post con l'azienda del gruppo Coca-Cola per dire cosa faresti con i soldi e come compenseresti il tempo che oggi passi attaccato al telefono. Chi sarà più spiritoso, originale e vicino al brand verrà scelto per partecipare alla gara.

Non può partecipare chi deve utilizzare lo smartphone per lavoro o per altri impegni già presi in precedenza e soprattutto non si può imbrogliare: non si può utilizzare il telefono di amici e parenti e dovrai superare dei test periodici con una macchina della verità negli uffici Vitaminwater che testimonieranno la tua onestà e l'adesione alle regole del concorso.

Potrai utilizzare laptop e computer fissi, così come gli smart speaker tipo Google Home o Amazon Echo, ma sono esclusi dalla sfida i tablet. In cambio, l'azienda ti spedirà un vecchio cellulare del 1996, senza internet ma comunque in grado di ricevere chiamate ed SMS. Chi non riesce ad arrivare in fondo e si ferma dopo 9 mesi, porta a casa comunque un premio di consolazione da 10 mila dollari. In tanti hanno già espresso la loro voglia di partecipare promettendo di trascorrere più tempo con la propria famiglia, imparare nuove lingue o migliorare le proprie relazioni sociali. Attività semplici, quasi banali che mettono in luce l'obiettivo di fondo del concorso: far emergere quanto gli smartphone ci creino dipendenza e quanto siano dannosi per la nostra salute “sociale”. Abbiamo davvero bisogno di un premio da 100 mila dollari per passare più tempo in famiglia o con gli amici? Se la risposta è no, armiamoci di voglia e facciamolo; se la risposta invece è sì allora c'è da preoccuparsi seriamente.