Ivrea, dopo quattro generazioni, a fine anno chiuderà la gioielleria Palvarini
la storia
[XIX-LUOGO]IVREA
[TESTO]Si abbasserà definitivamente, il 31 dicembre prossimo, la saracinesca della Gioielleria Palvarini, ultima testimonianza commerciale, in corso Cavour, di un’Ivrea scomparsa, nonché ultimo baluardo di una certa eleganza cittadina. Lontani ormai gli anni d’oro in cui, in quelle poche centinaia di metri comprese tra il ponte Isabella e piazza di Città erano concentrati, oltre a Cassa di Risparmio, ufficio postale e centro culturale Olivetti, fiorai, boutique eleganti, tanti negozi e giardini magnificamente tenuti, la Gioielleria è riuscita, nel succedersi di quattro generazioni, ad arrivare sino ad oggi senza abdicare mai alla qualità elevata che l’ha sempre caratterizzata e continuando a offrire realizzazioni preziose di alta oreficeria e orologeria.
«Da tempo - spiega Simone Pozzo, 48 anni, attuale titolare - vediamo i giovani non amare più i gioielli belli e, anche nel nostro settore, si è scivolati nel concetto del fashion, prediligendo un bene effimero, voluttuario e di consumo veloce, in luogo di uno durevole. Abbiamo registrato questo cambiamento anni fa, ma non abbiamo voluto adeguarci, perché siamo nati come gioielleria e così chiudiamo. Per noi i gioielli devono essere in argento, oro o platino: altri metalli preziosi non esistono. Tale convinzione si è tradotta in una scelta coerente che trascende il lavorare o non lavorare e che ci fa essere orgogliosi di chiudere da gioiellieri».
«La storia della nostra attività parte da lontano – racconta la mamma, Bruna Lora, 75 anni –. Da quando mio nonno, Secondo Lora, appassionato di meccanica, lasciò la natia Trivero per venire a Ivrea dove Camillo Olivetti aveva fondato la sua fabbrica e cercava personale. Per alcuni anni lavorò in Ditta e anche lui figura nella famosa foto di gruppo raffigurante l’ingegner Camillo con i tecnici e le maestranze, poi decise di mettersi in proprio e dedicarsi al tipo di meccanica preferita, quella degli orologi. Aprì così un laboratorio in corso Cavour, all’angolo con piazza Perrone, che in una cartolina pubblicitaria del 1933 veniva già indicato come orologeria».
«Mio padre Primino – continua - affiancò quindi suo padre e fu lui, nel 1964, a trasferire l’attività in corso Cavour 48, dov’è tuttora. Il negozio si chiamò Gioielleria Lora Palvarini, unendo anche il cognome di mia madre, e, dopo la prematura morte di mio padre, nel 1968, solo Palvarini. Io, nata e cresciuta tra orologi e gioielli, sono stata la terza generazione a occuparsi di preziosi e l’ho fatto con passione anche dopo aver ceduto, qualche anno fa, il timone del negozio a Simone che ha seguito la tradizione familiare affiancandomi dal 1993».
Madre e figlio attendono ora i clienti per gli ultimi acquisti di preziosi a prezzi scontati in vista dell’imminente chiusura dopo la quale Simone attuerà il progetto di trasferirsi in Spagna e di lavorare come travel designer (creatore di viaggi su misura), mentre Bruna si dedicherà a tempio pieno al suo nuovo passatempo di allieva del corso di teatro del Liceo musicale, dopo tanti anni nei quali ha praticato la Line Dance, conquistando, per ben due volte, nella sua categoria, il titolo di campionessa mondiale. [FINETESTO]—
[FIRMAINBASSO]Franco Farnè
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