«L’evoluzione delle classi in isolamento è monitorata e varia di ora in ora. La situazione nelle scuole della nostra regione, e in particolare nella nostra provincia, a oggi, è sotto controllo». Silvia Menabue, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Modena, controlla lo svolgimento della didattica nelle scuole minuto per minuto. E garantisce che il numero delle classi in isolamento, 170 in un recente conteggio, non deve spaventare.
Centosettanta classi in quarantena: poche o tante dal suo punto di vista?
«È necessario contestualizzare il dato, tener conto che le scuole del primo ciclo - cioè le scuole dell’infanzia statali, le scuole primarie e le scuole medie - sono distribuite nel territorio provinciale in 322 plessi per 2753 classi. A ciò si dovrebbero aggiungere le 30 scuole superiori le cui classi, in questo momento, lavorano a distanza. Occorre, poi, tenere ben presente un altro aspetto».
Quale?
«La scuola non è un ambiente moltiplicatore del contagio. Il mondo medico scientifico lo afferma quasi unanimemente: i contesti a maggior rischio sono quello famigliare e sociale ovvero le relazioni al di fuori della scuola. Il protocollo adottato nelle nostre scuole è molto rigido, i dirigenti hanno fatto un ottimo lavoro nei mesi estivi, allestendo gli ambienti scolastici nel pieno rispetto delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità. I docenti sono molto attenti al protocollo».
Come hanno recepito le scuole superiori le novità introdotte dalla didattica on line, durante le diverse fasi?
«Le scuole si sono attrezzate in tempi molto rapidi. In alcuni istituti secondari di secondo grado già dall’inizio dell’anno scolastico, per carenze di spazio, era prevista una quota del 20 o del 30% di didattica digitale integrata. Tutti i dirigenti hanno comunque dovuto rimetter mano all’impianto organizzativo per raggiungere prima il parametro del 75% e quindi del 100%. Non si sono registrati problemi particolari. L’implementazione delle dotazioni tecnologiche, la formazione dei docenti, le linee guida del ministero e la recente sottoscrizione di una contrattazione integrativa sindacale hanno contribuito a una maggiore omogeneità nei livelli di qualità della didattica digitale integrata».
Ci sono categorie per le quali è previsto l’insegnamento in presenza?
«Certo. La nota del Capo Dipartimento Bruschi del 5 novembre ha contribuito a fare chiarezza, mantenendo in presenza le esercitazioni pratiche di laboratorio, previste nel piano di studi. Stesso discorso per gli alunni con bisogni educativi speciali, per i quali sono previste lezioni in presenza, per salvaguardare il processo di inclusione. Nel caso di studenti con genitori che lavorano nei servizi essenziali è possibile valutare lo svolgimento delle lezioni in presenza. Non dobbiamo immaginare le scuole come completamente svuotate». —
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