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Covid, boom di contagi al pronto soccorso di Palermo: 14 positivi tra medici e infermieri

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Sono quattordici, tra medici e infermieri. Tutti positivi. Un focolaio Covid nel pronto soccorso dell’ospedale più grande della Sicilia, il Civico di Palermo, dove si trovano oltre cinquanta pazienti colpiti dal virus, alcuni in condizioni critiche e ventilati. La preoccupazione cresce al ritmo del via vai di ambulanze del 118 che varcano la cancellata dell’ospedale. Pazienti Covid e pazienti non Covid, in percorsi separati e dedicati: perché il pronto soccorso dell’ospedale, che di fronte alla seconda ondata tre settimane fa aveva chiuso le porte a tutti gli altri malati, poi le ha riaperte cautamente a tutti. Adesso questo focolaio rischia di mettere in ginocchio una struttura vitale per la sanità siciliana: ottocento posti letto, con tutte le specialità.

«In otto mesi di emergenza – dice il primario del pronto soccorso, Massimo Geraci - avevamo avuto soltanto tre casi tutti subito rientrati, evidentemente qualcosa è successo ma prima di capire la causa si deve fare il punto della situazione. Oggi avremo un vertice con la direzione per rianalizzare tutti i percorsi organizzativi di accesso e rivederli in chiave più restrittiva». I medici e gli infermieri positivi sono il dieci per cento del totale e stanno tutti bene, sono asintomatici, «ma è una percentuale critica, per questo proporrò alla direzione sanitaria l’esecuzione di tamponi ogni tre giorni» aggiunge.

Caos al Cardarelli di Napoli, paziente trovato morto nel bagno tra i malati di Covidfoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Si alza il livello di allarme, mentre vengono sottoposti al tampone in queste ore tutti gli operatori sanitari in servizio, molti dei quali già risultati per fortuna negativi. Ma è l’ennesima tegola su un sistema provato dalla crescita dei casi, con i posti letto che al Civico cominciano a scarseggiare, e l’assessorato alla Salute impegnato a trasformare tutti i reparti dell’ospedale Cervello – dall’altra parte della città – per fare posto ai degenti Covid. 

[[ge:gelocal:la-stampa:topnews:edizioni-locali:torino:1.39530764:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lastampa.it/topnews/edizioni-locali/torino/2020/11/12/news/calano-i-ricoveri-ma-cirio-valuta-una-nuova-stretta-1.39530764]]

Tutto mentre in Sicilia il numero dei contagi cresce: ieri 1400 nuovi casi, 28 ricoveri di cui 7 in terapia intensiva, 27 morti. Sono 202 i pazienti ricoverati al momento in terapia intensiva, il 26 per cento del totale dei posti disponibili, un dato che non ha comunque evitato alla Sicilia di essere regione arancione. E altri 581 devono essere realizzati secondo il piano straordinario di Protezione civile elaborato la scorsa estate, quando l’Isola si godeva le vacanze in quasi serenità (e qualche sconsideratezza) dopo essere stata solo lambita dalla prima ondata.

Invece adesso è colpita in pieno: la campagna di tamponi rapidi effettuata al drive in di Palermo dice che il 10 per cento degli esaminati è positivo. Statistica alla buona, ma significa che nel capoluogo potrebbero esserci oltre 60 mila positivi. Una bomba pronta a esplodere. Tanto che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dopo avere imposto il divieto di stazionamento dalle 16 alle 22 in tutto il centro città (e nei weekend anche sulle spiagge e sui litorali), ha chiesto lumi all’ufficio scolastico regionale sui contagi nelle scuole. Oggi si deciderà se da lunedì far passare alla didattica a distanza anche i bambini delle elementari e delle medie.




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