Stop alle visite: alla Boni la radio anti-solitudine

La fondazione ha disposto la chiusura totale delle Rsa. Ma oltre alle videochiamate parte un progetto innovativo. Finora nessun caso di contagio

SUZZARA. Dall’avvio della seconda ondata Covid, gli anziani della fondazione Luigi Boni sono nuovamente costretti a fronteggiare la chiusura totale della struttura. Per mantenere i rapporti coi famigliari, hanno a disposizione solo le videochiamate, aiutati da educatori e operatori. Per rimediare agli effetti indesiderati della quarantena obbligata (solitudine, noia, inattività, apatia e preoccupazione per il futuro), però, la fondazione ha deciso di riproporre una radio come strumento di comunicazione socializzante e ricreativa. Lo spunto arriva dal presidente, Luca Talarico, in collaborazione con il direttore sanitario Luca Devreese, e ha dato forma a una radio chiamata con Rbl, vale a dire Radio Boni Libera, la “radio che non invecchia mai”.

La conduzione è affidata all’operatore socio sanitario Joseph Pilato e agli educatori professionali Sabina Lasagna e Martina Forni, ma i veri protagonisti del canale radio saranno gli anziani stessi. Attraverso la radio sarà possibile far ascoltare le musiche preferite e stimolare i ricordi, mediante interviste su temi prescelti. Gli anziani coinvolti parleranno della loro esperienza di vita, parole che verranno registrate creando così un podcast che verrà trasmesso all’interno dei nuclei abitativi della “Boni”. Le tematiche che verranno affrontate sono la tradizione, le usanze, lo sport; inoltre verrà letto l’almanacco, verranno recitate poesie e preghiere, e si parlerà inoltre di festività, cucina e notizie dal territorio. Si potrà ascoltare anche la messa con don Paolo Gibelli. L'11 novembre la prima puntata: si è parlato di San Martino, caldarroste, traslochi agrari, detti popolari.

Intanto arriva un bilancio della situazione Covid: nelle due Rsa della Fondazione “Boni”, su 125 ospiti, non risultano positivi. In attesa dell’arrivo dei test antigenici rapidi, quelli acquistati e quelli in distribuzione da Ats Valpadana, continua lo screening ordinario a mezzo di test molecolari in collaborazione con l’Ats e l’Asst su operatori e su utenti delle Rsa. Solo chi verrà trovato positivo al test antigenico verrà indirizzato al test molecolare. La settimana scorsa c’è stato un caso di “falso positivo”, comunque lasciato in isolamento cautelare.

Rimane alta l’allerta per il possibile contagio di lavoratori e volontari: il medico del lavoro continua a fornire nel caso di comparsa di sintomi in famigliari conviventi o in caso di contatti prolungati con soggetti poi diagnosticati positivi. Per aumentare il controllo degli accessi da parte di chiunque, e verificare che tutti indossino la mascherina facciale e non abbiano la febbre, da questa settimana è stato reso operativo il sistema di misurazione della temperatura a distanza collegato al rilevatore presenze. L’apparecchiatura, insieme al sistema di videosorveglianza perimetrale e ad un sistema di controllo degli accessi “anti intrusione”, è stata finanziata per il 50% dalla fondazione Montecchi.

La situazione economica della fondazione rimane tuttora preoccupante a causa della mancata occupazione dei posti letto solo accreditati e non convenzionati col sistema sanitario. Per fortuna arrivano contributi e aiuti, da Regione, dal Comune (tramite Mantova Ambiente), Fondazione Montecchi.