Esperto di informatica muore a 48 anni vinto da una malattia
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foto da Quotidiani locali
TOLMEZZO. Tolmezzo piange Massimo Rozzi: vinto dalla malattia, è morto a 48 anni. In tantissimi ricordano in città e in Carnia la sua affabilità, quel sorriso e quella sua fiducia nella vita incrollabili nonostante i problemi di salute fin da giovane.
Erano le sue armi di fronte alle difficoltà e un balsamo anche per chi gli era accanto. Da quattro anni lavorava alla cooperativa sociale Mhandy di Villa Santina.
Persona sorridente, allegra, aveva saputo circondarsi di tanti amici. Massimo lascia la compagna Elena, la mamma Maddalena e il papà Lino.
Da ragazzo aveva giocato nelle squadre di calcio di Tolmezzo e Amaro. E tifava per la Juventus. Si era laureato in Informatica e a 22 anni, prima che la malattia lo colpisse, prestò servizio militare al battaglione Cividale. Era orgoglioso di essere un alpino.
Dodici anni fa la salute si incrinò ancora una volta e dovette ricorrere alla dialisi. Ma Massimo Rozzi non era tipo da scoraggiarsi e anzi aprì per qualche tempo anche un negozio di articoli di artigianato. In passato aveva avuto un’attività di montaggio mobili per aziende.
«Nella sua vita – ricorda la compagna Elena – ha avuto tanti problemi di salute, ma si è sempre rialzato. Non ha mai mollato. Non si lamentava mai. Stavamo insieme da 9 anni. Eravamo andati a convivere di recente qui a Tolmezzo. È stato bello.
Lui era solare, una persona buona. Da uomo moderno poi gli piaceva anche aiutarmi nelle faccende domestiche. Quando era piccolo aveva viaggiato tanto col camper e l’ultimo anno ne aveva preso uno, avevamo ancora tanti progetti. Abbiamo fatto tanti viaggi anche prima e cominciavamo a organizzarli già a gennaio».
«Massimo – è il ricordo della mamma Maddalena – era una persona molto forte e serena. Non si lasciava abbattere, cercava li lato positivo delle cose buone. Anche questi anni di sofferenza non li ha mai fatti pesare agli altri. Era sempre sorridente e pieno di progetti.
Gli piaceva viaggiare, fosse anche solo per un week-end. Noi abbiamo viaggiato parecchio, fino a quando lui era ragazzino, col camper, a lui è rimasta quella del viaggio e quindi anche lui ha girato parecchio. È stato in Inghilterra, Irlanda, Francia e Turchia, Grecia. Con la dialisi poi ha dovuto limitarsi, però andava comunque, facendo dialisi sul posto. Con Elena ha viaggiato tanto».
L’anno scorso un’altra malattia l’aveva colpito e, nonostante i tentativi di cura, il 48enne non ce l’ha fatta. È spirato all’ospedale di Tolmezzo, circondato dai suoi genitori e da Elena. Ora riposa nel cimitero di Paluzza, paese di origine della madre. —
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