Esplode la borsa elettrica, donna ustionata
MASSA. Le foto delle ustioni di secondo grado hanno coperto, dolorosamente, pancia e addome di una donna di Massa, dopo lo scoppio di una borsa elettrica di calore.
Si tratta di un oggetto che ha sostituito, con grande successo in questi ultimi anni, la vecchia borsa dell’acqua calda, e di cui se ne trovano diversi esemplari sul mercato. Purtroppo anche su quello cinese.
A raccontare la storia della donna finita lunedì notte al Pronto soccorso, con ustioni di secondo grado, è Francesca Galloni, avvocato e rappresentante di Confconsumatori Massa Carrara, perchè la signora si è rivolta all’associazione, cercando giustizia e con la speranza che il prodotto venisse ritirato dal mercato.
«Questo sarà sicuramente il nostro obiettivo- spiega Francesca Galloni- anche se ci sono moltissime varianti da considerare. La signora si è rivolta alla Confconsumatori perché, questo è certo, il prodotto non ha funzionato a dovere. E l’incidente potrebbe ripetersi».
La borsa elettrica era stata acquistata l’anno scorso dalla donna in un noto store cinese della città di Massa, ed aveva funzionato perfettamente fino a lunedì scorso. Riposta in cantina, per tutta l’estate, la donna è tornata ad utilizzare la borsa in questi primi giorni di freddo. L’ha attaccata alla presa elettrica, come aveva sempre fatto, e quando la borsa si è riscaldata se l’è portata nel letto. Dopo circa un’ora la donna ha sentito un fortissimo bruciore sulla pancia. La borsa era scoppiata, facendo uscire uno strano liquido nero, che ha macchiato lenzuola e biancheria della signora, e ha attraversato il pigiama bruciando la pelle. La corsa al Pronto soccorso e la diagnosi: ustioni di secondo grado, guaribili in un mese, che stanno comportando alla donna notevoli problemi di movimento e una spesa (in creme e unguenti) non indifferente. «Procederò con una denuncia- dichiara la Galloni- sia ai Carabinieri che direttamente in Procura, affinché il prodotto acquistato venga ritirato dal commercio. Vero è- spiega l’avvocato- che è passato un anno dall’acquisto, ma l’oggetto non può e non deve diventare pericoloso con l’utilizzo. Le etichette- continua la Galloni- riportano il marchio della Ce, probabilmente contraffatto, seppur devo dire ben riprodotto e anche una marca, su cui bisognerà fare indagini. In ogni caso l’appello ai cittadini è di prestare sempre attenzione a ciò che si compra».
