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Morto con il Covid a 73 anni storico tortaio di Shangai: "Sapeva far ridere i clienti"

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LIVORNO. Shangai perde una delle sue anime, è morto il tortaio Ugo Giaconi, 73 anni, poche ore dopo un intervento per una trombosi a cui si era sottoposto mercoledì all’ospedale di Livorno e dopo che era stato riscontrata la sua positività al coronavirus. Una perdita inattesa che ha scosso, oltre che la sua famiglia, la moglie Nadia e la figlia Ilaria, anche tutto il quartiere in cui lui ha lavorato per quaranta anni. «Diceva sempre “Giaconi la torta dei campioni” », racconta tra le lacrime la figlia Ilaria Giaconi che porta avanti ancora l’attività di pizze e torta in via Stenone. Eppure a quella “torta”, che ha fatto la sua fortuna, ci era arrivato per una difficoltà. «Lavoravamo insieme alla Spica che produceva ricambi per l’Alfa Romeo e la Fiat - ricorda l’amico Roberto Adorni - poi iniziarono i problemi e ci misero in cassa integrazione. Lui ebbe coraggio e aprì il negozio».


Quarant' anni sempre a Shangai, gli ultimi venti nell’attuale locale (perché il primo era in un edificio che venne demolito), trascorsi a contatto con la gente, la sua gente di cui era innamorato. «Da lui venivano per mangiare la torta, una delle migliori in città. Ma non solo - riprende l’amico Roberto - era anche perché sapeva intrattenere i clienti con le sue barzellette, con il tono scherzoso e affabile». E nel fine settimana o d’estate arrivavano anche da Firenze per mangiare la sua torta e prendere il ponche dal Civili». Poi i Bagni Trotta, il circolo Divo Demi della Guglia dove andava regolarmente «perchè era un comunista sfegatato», la passione per la bicicletta soprattutto da quando era andato in pensione (e a fare la torta ci andava per dare una mano alla figlia ). I ritrovi con gli altri amici Giordano, Piero, Meri, Grazia, Rossana, tanti ricordi felici.Tutto finito in maniera improvviso.

Ugo Giaconi ha iniziato a sentirsi male la scorsa settimana. «Aveva la febbre alta - racconta la figlia - sono venuti a fargli il tampone a casa e lo hanno trovato positivo». Poi, dopo alcuni giorni, lo hanno ricoverato in ospedale, prima nel reparto Covid e poi in cardiologia in isolamento, e operato mercoledì alle 14 perché aveva una trombosi a una gamba. «L’ho sentito alle 18 - racconta la figlia - e alle 22 mi hanno detto che era morto. Ancora non riesco a crederci perché stava bene fino a pochi giorni prima, era un uomo che non aveva mai visto l’ospedale». Il funerale ci sarà venerdì 13 alle 16, alla camera mortuaria dell’ospedale.




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