Mantova, matricole in controesodo o confinate nelle aree gialle
MANTOVA. C’è chi è rientrato a casa a fine ottobre perché a Milano la sua Università aveva già fermato tutte le lezioni in presenza anticipando di qualche giorno il lockdown lombardo. Chi invece continua a frequentare le ore in aula garantite nelle regioni “gialle” non osa tornare a Mantova nemmeno nei week end per la paura di non poter poi più fare ritorno alla sua vita da studente fuori sede. E c’è anche chi, forse più previdente, all’affitto e ai chilometri ha rinunciato in partenza aspettando di capire come andrà a finire. Storie di matricole mantovane che certo non sognavano così il loro primo anno di indipendenza, di quella vita da universitari che al di là della formazione, che comunque viene garantita anche a ottimi livelli, si porta dietro un bagaglio di esperienze, scambi, progetti, irripetibile. Da Milano a Bologna, da Parma a Trento, da Forlì a Trieste, da Ferrara a Verona: sono tante le città universitarie che ospitano centinaia di studenti in arrivo dalla nostra provincia che l’emergenza sanitaria vede ora divisi tra i costretti al controesodo e i confinati in altre regioni.
Tra questi ultimi c’è ad esempio Rosa che a Trieste frequenta il primo anno di Scienze e Tecniche Psicologiche: «Sono ancora a Trieste – racconta – non mi sono spostata perché data l'incertezza della situazione, ho preferito rimanere qui per evitare di restare bloccata per qualche motivo a Mantova nonostante la mancanza della famiglia e della mia città si facciano sentire. Le lezioni qui per noi del primo anno sono in presenza, ovviamente distanziati adeguatamente e attenendoci alle dovute regole. Allo stesso tempo però è possibile seguire anche da casa online e riascoltare le lezioni che vengono registrate dai docenti. Manca un po' quella componente di emozione che si sarebbe provata in una situazione normale senza distanziamento e mascherine, ma sono sicura che col tempo si potranno riprovare anche tutte le emozioni che l'università porta con sé».
Qualcuno che nei weekend prende il treno per Mantova e il lunedì rientra negli atenei delle regioni gialle però c’è: il Dpcm d’altronde dice che possono svolgersi in presenza le «attività curriculari degli insegnamenti relativi al primo anno nonchè quelle dei laboratori» e che il transito sui territori in area rossa «è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni» se si tratta di «spostamenti motivati da situazioni di necessità» come lo studio universitario. Chi invece spera di poter rivedere un’aula universitaria almeno con il nuovo anno sono le matricole degli atenei milanesi oramai quasi tutti in remoto. E dire che solo quattro giorni fa il premier Conte ha annunciato: «Dobbiamo garantire la presenza alle matricole, la relazione diretta tra studenti e docenti è decisiva soprattutto al primo anno». Il rischio dispersione è dietro l’angolo. —
