Il calcio dei milionari visto dagli “Autogol”: «Una cosa seria, ma pur sempre un gioco»
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In uscita il nuovo libro dei pavesi Negroni, Trolli e Iraci: «Così raccontiamo il lato più umano dei giocatori di serie A»
PAVIA. E' da ieri in tutte le librerie e negli store digitali «Il calcio (non) è una cosa seria», il nuovo libro de "Gli Autogol" edito da Piemme (190 pp., 16.90 euro). Una storia di amicizia, di confronto e determinazione, una passione chiamata calcio e il sogno poterla trasformare in un lavoro. Il racconto dell’avventura dei pavesi Michele Negroni, Alessandro Iraci e Alessandro "Rollo" Trolli evidenzia l’amore per il pallone, in tutte le sue forme, i retroscena dei loro video, gli aneddoti esilaranti, ma anche gli incontri con i protagonisti, a partire da Javier Zanetti, ex capitano e attuale vicepresidente dell’Inter, che ha curato la prefazione.
Partiamo dal titolo. Il calcio quindi per gli Autogol è una cosa seria oppure no?
«Per noi naturalmente lo è perché ci lavoriamo. Però alla fine rimane sempre un gioco e in questo libro cerchiamo infatti di farlo vivere in modo scanzonato. Poi è chiaro che anche noi siamo tifosi e ci arrabbiamo quando la nostra squadra del cuore perde oppure viviamo un weekend tesissimo nella veste di fantallenatori...».
L’obiettivo primario è quello di far conoscere il lato più umano dei calciatori, quello che forse nelle interviste ufficiali emerge poco.
«Sì, con noi i protagonisti del pallone si aprono molto e abbiamo quasi sempre trovato grande disponibilità. Teniamo presente che i calciatori hanno tutti la nostra età o sono anche più giovani. Sono ragazzi cresciuti in fretta, ma pur sempre ragazzi e quindi hanno molta voglia di ridere e di scherzare. E a volte i club li tengono un po' a freno, quindi con noi si sentono più liberi rispetto alle interviste cosiddette ufficiali. I social hanno molto aiutato in questo».
Qualche episodio particolarmente esilarante che si trova nel libro?
«Il più incredibile è quello con tutti gli aneddoti dietro alla famosa partitella tra noi amici che Zanetti venne a fare a San Genesio. Noi non avevamo detto niente, immaginate la faccia di tutti quando è arrivato: c'era gente che non correva da anni e che improvvisamente ha trovato energie inimmaginabili».
I personaggi a cui siete più legati?
«Beh, con "Papu" Gomez c'è un rapporto cresciuto molto dopo la hit dell'estate fatta insieme. Poi ci sono gli incontri con Allegri e Buffon, ma anche con Immobile. C'è tanta voglia da parte dei calciatori di mettersi in gioco, anche sotto il profilo della solidarietà. E di farsi conoscere in modo differente rispetto ai canoni un po' imbrigliati dei club».
Avete raggiunto il successo, ma siete rimasti ragazzi semplici come ai tempi dell'oratorio. Il segreto?
«Innanzitutto siamo rimasti tutti a Pavia e questo ci ha aiutati a conservare le stesse amicizie e le abitudini di sempre. Siamo orgogliosi delle nostre radici oratoriali e della gavetta, che ci ha consentito di sviluppare la carriera con i giusti passi, senza correre troppo».
Gli Autogol e il Covid. Che augurio fate ai vostri fans?
«Stiamo cercando di moltiplicare i nostri momenti di intrattenimento sui social proprio per offrire occasioni di divertimento ai ragazzi. A tutti diciamo che questo periodo finirà e che torneremo a vivere come prima, magari avendo imparato a valorizzare momenti che prima sembravano banali». —
Daniela Scherrer