Coronavirus, dal 14 novembre il centro di Padova è zona rossa: la mappa delle chiusure
PADOVA. Da sabato 14 novembre nel centro storico di Padova sarà in vigore il lockdown leggero deciso da Zaia. L’ordinanza regionale vieta infatti (ai non residenti) di passeggiare, svolgere attività sportiva e motoria all’interno delle strade e delle piazze del centro che diventa quindi off limits.
I negozi resteranno aperti, tranne la domenica, ma all’interno potrà entrare una sola persona per nucleo familiare. I mercati dovranno essere perimetrati, con entrate e uscite differenziate e presidiate dalle forze dell’ordine o da personale della Protezione civile.
Durante il weekend saranno poi chiuse le grandi e medie strutture di vendita come l’Ikea. Nei giorni festivi è inoltre vietata ogni tipo di vendita fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari. Il rispetto delle misure a Padova sarà garantito dalle forze di polizia che intensificheranno i controlli così come stabilito dal prefetto Renato Franceschelli.
Ecco la mappa della zona rossa di Padova
I controlli
«Sicuramente e con particolare riferimento ai fine settimana noi saremo in campo con la nostra Polizia locale, di cui abbiamo triplicato le unità in strada per far rispettare l’ordinanza della Regione e tutte le altre norme governative», ha detto il 12 novembre il sindaco Sergio Giordani che si è detto soddisfatto perché il governatore Zaia esteso a tutta la regione alcuni provvedimenti già in vigore nella città del Santo.
«Fondamentale il coordinamento del prefetto che come da lui stesso espresso ha concertato con tutte le forze dell’ordine modalità intransigenti di prevenzione e controllo», ha aggiunto il primo cittadino, «personalmente mi fa anche piacere che una misura contro gli assembramenti da me decisa con conseguente ordinanza diverse settimane fa sia stata raccolta dal presidente della Regione che ha vietato in tutto il territorio del Veneto ciò che a Padova avevamo già introdotto precedentemente, ovvero il divieto di bere bevande in ogni area pubblica a Padova. Mi pare un segno di collaborazione e attenzione alle esperienze locali che apprezzo molto».
Palazzo Moroni metterà anche in campo gli uomini della Protezione civile per garantire il rispetto dell’ordinanza. «Ricordo anche che i nostri volontari di Protezione civile faranno prevenzione e informazione tra le persone», ha sottolineato Giordani, «ad ogni modo e al di là delle ordinanze il messaggio che lancio ai padovani è che tutti dobbiamo fare uno sforzo personale e evitare di affollare il centro e le zone critiche durante il fine settimana. Limitiamo gli spostamenti. Sono giorni decisivi nei quali e con i nostri comportamenti decideremo se la curva si piega o si alza ancora con successiva e probabile chiusura generalizzata per non mandare in tilt la sanità.
È il momento dell’austerità, della prudenza e del buon senso. Facciamo un sacrificio insieme adesso e vediamo di vivere con più serenità e qualche certezza in più i prossimi mesi lavorando per avere il più ampio margine possibile di una prudente “normalità” compatibilmente con questa pandemia così dura».
Le sanzioni
Non sarà facile per le forze dell’ordine garantire il rispetto di quanto prevede la normativa regionale. Al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza il prefetto Franceschelli aveva chiesto a tutte le forze di polizia di potenziare i controlli sulle strade e di dare «maggiore incisività all’attività sanzionatoria sottolineando la necessità che le misure adottate, poste a tutela della salute pubblica, raggiungano i loro effetti».
Le opposizioni
E sul fronte Covid si muovono anche le opposizioni. «Come Lega, Lista Bitonci, Forza Italia, Fratelli d’Italia e gruppo misto», spiega Eleonora Mosco, consigliere della Lega, «abbiamo depositato la mozione per chiedere che il Comune intervenga adottando provvedimenti concreti e urgenti a sostegno di famiglie lavoratori attività economiche imprese di Padova a causa dell’emergenza sanitaria sociale ed economica covid19. Tale mozione ha il valore di autoconvocazione. Significa che dal momento del deposito, il presidente del consiglio comunale ha l’obbligo per legge di convocare una seduta di consiglio comunale straordinario entro venti giorni».—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
