Cuori infranti sui social e conti svuotati nella realtà: ecco lo sportello anti-truffe
PADOVA. Più di diecimila cuori spezzati, ma il numero reale è sicuramente almeno doppio. Oltre 130 milioni di euro finiti all’estero attraverso canali non tracciabili, a colpi di 20, 30 o anche 50 mila euro per colpo. E poi la fiducia tradita, la vergogna che resta, tante ferite difficili da curare. Le truffe affettive sono un fenomeno ancora in larga parte sconosciuto, sicuramente sottostimato, ingiustamente ridicolizzato. E più vivo che mai, ora che dalla posta del cuore si è trasferito sui social, dove tutto è facile, veloce e dove i colpevoli - organizzazioni criminali - possono restare impuniti.
Da Padova parte ora una doppia iniziativa promossa dall’associazione Psicologo di strada insieme ad Acta (l’Associazione contro le truffe affettive) e con Amori 4.0, il tutto sotto l’ala del Centro servizi volontariato. Uno sportello di consulenza e assistenza per le vittime sarà attivo da gennaio e in quel periodo partirà anche un’indagine con un questionario online per conoscere meglio il fenomeno. Le due iniziative sono state presentate il 12 novembre con una conferenza web dalle associazioni coinvolte.
«Il virtuale è reale, chiariamolo subito», ha detto Laura Baccaro, presidente di Psicologo di strada, «e le emozioni sono verissime, quindi chi soffre ci sta male davvero». Toccante la testimonianza di Iolanda Bonino, fondatrice di Acta e vittima a sua volta. «Non c’è nessuna colpa nel farsi abbindolare da sconosciuti, ma chiamarle truffe amorose le fa sembrare cose frivole. In realtà queste persone con identità false entrano nella tua vita, nei tuoi sogni, ti costruiscono una truffa su misura e ti mettono in una condizione di dipendenza affettiva. La relazione si sviluppa fino a quando non spunta un problema per cui loro hanno bisogno di soldi. Te li chiedono o te lo fanno capire e tu non puoi fare a meno di darglieli, all’inizio pochi e poi sempre di più».
Sono oltre 10 mila i casi censiti da Acta, nel 93% dei casi le vittime sono donne, ma solo perché gli uomini non denunciano niente e portano il peso in silenzio. Tra tutti, comunque, solo il 5% si rivolge alle forze dell’ordine, un po’ per vergogna e un po’ perché è diffusa la convinzione che non ci sia speranza di risalire ai colpevoli. In media ogni truffa costava alla vittima 50 mila euro, ma ultimamente si è scesi a 20 mila perché il fenomeno è più conosciuto ed è smascherato prima.
Ecco perché è importante fare informazione, ed è questo uno degli obiettivi dello sportello che sarà aperto nella sede del Csv al Portello. «Sono truffe vere, anche per il codice», ha chiarito Annamaria Alborghetti, avvocato e presidente della Camera Penale di Padova. «E non tanto per l’aspetto sentimentale, quanto perché è spesso accompagnato da una serie di elementi truffaldini - la promessa di una vita insieme, di un lavoro condiviso - che servono a trarre in inganno la vittima. E siccome gli indizi sono sempre gli stessi, parlarne può servire a salvarsi o a salvare qualcuno». —
