Pensionata recupera 90 mila euro in più sui buoni delle Poste
MESTRE. Le Poste le avevano riconosciuto un “rimborso” di quasi 100 mila euro ma in realtà le aspettavano 90 mila euro in più. La vicenda è capitata ad una pensionata mestrina che, convinta di non aver avuto dalle Poste quando dovuto per i suoi risparmi, ha deciso di rivolgersi all’ufficio legale dell’associazione consumatori Adico di Mestre che da anni segue le annose vicende legate ai buoni fruttiferi postali e ai loro rendimenti.Il legale dell’Adico è ricorso all’Arbitro finanziario e alla donna sono stati riconosciuti circa 90 mila euro in più dei 100 mila euro accordati dalle Poste.
La pensionata possedeva una decina di buoni del valore pro-capite di 1 milione di vecchie lire, ha visto raddoppiare l’importo definito dall’azienda incassando quanto le era dovuto. Per i buoni fruttiferi della serie Q/P emessi dopo il decreto ministeriale del 13 giugno 1986, le Poste Italiane, infatti, hanno aggiornato i rendimenti limitatamente ai primi 20 anni, tralasciando invece gli ultimi 10. Da ciò deriva – spiega l’Adico – la marcata differenza fra le somme che le Poste riconoscono ai propri clienti e ciò che invece sarebbe loro dovuto.
«Con la nostra azione legale», commenta il presidente dell’Adico di Mestre Carlo Garofolini, «abbiamo verificato di recente che anche alcuni buoni che non appartengono alla serie Q/P ma che comunque sono stati emessi dopo il 13 giugno del 1986, possono ottenere un analogo rimborso, la possibilità si materializza quando esiste una discrepanza fra il tasso di interesse e il numero di serie del buono. Faccio presente, che nell’arco di pochi anni siamo riusciti a incassare, a favore di una trentina di nostri soci, circa 900 mila euro in più di quanto accordato dalle Poste Italiane». —
