Il segreto per rilassarsi è realizzare un foglio: ecco la bottega dove si lavora con il telaio
MANTOVA. Agli inizi degli anni Settanta, Monica Bianchi era una bambina, una specie di Pippi Calzelunghe della Valpadana che non stava ferma un attimo. I genitori, indaffarati nella gestione dell’albergo, ristorante e bar Ancora d’oro a Borgoforte, avevano pensato di regalarle degli album da disegnare, colori di tutti i tipi e una moltitudine di libri di fiabe sonore. Iniziò così il grande amore di quella bambina per la carta. Che però, se era stampata non con dei disegni ma con delle lettere dell’alfabeto, non era capace di leggere. Così, a cinque anni, imparò a farlo con l’aiuto di una maestra in pensione.
Quella bambina diventò grande, ma la carta rimase al centro dei suoi pensieri. «Mi regalava e ancora mi regala conoscenza, avventura, emozione. Non solo leggevo, ma producevo lavoretti pure durante il liceo classico Virgilio a Mantova e all’Università Ca’ Foscari a Venezia: cartonaggio, piccole legature, disegni», racconta. Arriva il 1992, anno della laurea (110 e lode) con una tesi sul catalogo completo delle opere del pittore veronese Giorgio Anselmi (1720-1797), che a Mantova ha lasciato affreschi nella cupola e nel catino absidale di Sant’Andrea, nella sala dei Fiumi a Palazzo Ducale e molti altri dipinti nel nostro territorio. Il relatore, il professor Lionello Puppi, voleva che Monica, che aveva iniziato a pubblicare alcuni saggi di storia dell’arte, proseguisse la carriera universitaria.
Invece i suoi studi proseguirono nell’ambito “materico” del restauro cartaceo, dell’incisione e della carta fatta a mano seguendo, così ama ricordare, l’intuizione di Aristotele: «Le virtù noi le acquistiamo, se prima ci siamo esercitati, come accade anche nelle arti». Quindi Monica, per acquistare virtù, si esercitò molto fino a quando inaugurò, il 17 novembre 1997, esattamente 23 anni fa, Il Cartiglio Mantovano che, come l’omonima Casa Editrice, ha sede a Mantova al numero 16 di via Pescherie. Quel giorno, come coreografia, Monica aveva accanto a sé alcuni personaggi in costume del suo primo libro: “Stanislao Grimaldi. Gli assalti del pittore soldato. Cronache risorgimentali 1848-1849”. Nell’antica Contrada dell’Orso, il negozio è accanto all’acqua del Rio che scorre lenta, a ridosso delle Logge delle Pescherie di Giulio Romano, edificate nel 1535 e anni successivi. E lì, dove ora c’è Il Cartiglio, dal 1943 al 1970 c’era la Bottega d’arte di Giovanni Chiericati, ex giornalista, dove si commerciavano libri, quadri, incisioni e si “faceva cultura” anche con clienti importanti giunti da fuori come il comico Macario.
Il Cartiglio Mantovano ne riprese la tradizione, ampliando le proposte: impressioni antiche certificate, corniceria conservativa, restauro, “golosità di carta”, oggetti in design, calligrafia effettuata a pennino e inchiostro e soprattutto carta, anticata e anche prodotta a mano. Monica Bianchi insegna come farla riciclando carta usata. Costruisce il telaio con una cornice vuota che copre con un pezzo di zanzariera (il setaccio) e una cornice sopra che darà la forma al foglio. Poi frulla in una bacinella larga dei pezzi di carta con colla vinilica e colore. Unisce acqua e immerge il telaio in verticale nella poltiglia per raccoglierla. Tirato su il doppio telaio, lascia scolare l’acqua in eccesso. Solleva la cornice che dà la forma al foglio e capovolge la carta bagnata (la consistenza è simile a quella dello yogurt) su un panno. Ricopre con un altro panno, pressa per togliere l’acqua in eccesso e fa asciugare all’aria il nuovo foglio.
La carta è anche rilassante? «Niente è rilassante quanto realizzare da un foglio quadrato, senza forbice e senza colla, un animale o un oggetto con la tecnica dell’origàmi, dal giapponese antico oru (piegare) e kami (carta). In 23 anni di attività Il Cartiglio Mantovano ha pubblicato oltre sessanta volumi, talvolta scritti dalla stessa Monica, in cui l’attenzione per l’oggetto-libro è palpabile: cura in ogni dettaglio, copertine e illustrazioni raffinate, stampa su carta di alta qualità, spesso cucitura a filo refe non solo per i libri d’artista. Gli argomenti: letteratura, arte, viaggi, storia, poesia, satira, infanzia, psicologia, filosofia, grafologia, ipnosi, cibo come prevenzione e cura, e altri. 
