Letteratura alla radio: quando Morandini raccontava il Friuli attraverso l’etere
Raccolti in un volume i testi dei tre cicli di trasmissioni. Tra i temi affrontati la voce della donna tra ’800 e ’900
Fin dalla metà degli anni Sessanta Luciano Morandini collabora con l’emittente Rai di Trieste in qualità di autore e conduttore. Si occupa di interviste, racconti, poesia, presentazioni, arte: l’intenzione è fare della cultura uno dei fulcri della società, anche e soprattutto in Friuli, terra di confine e crocevia di culture su cui far reagire quei dialoghi che Morandini seppe sviluppare con consapevolezza e profondità feconde.
Per esempio con Izet Sarajlić (Sarajevo) e Ciril Zlobec (Lubiana), poeti la cui fama in patria è pari a quella del nostro Montale. Nel 1979 la redattrice di Radio Capodistria Ivica Tratnik desidera coinvolgere Morandini all’interno del programma Voci del nostro tempo, affidandogli il compito scrivere in totale libertà alcune puntate.
Per il poeta questi sono anni fitti di pubblicazioni e impegni, ma Tratnik insiste e Morandini accetta la collaborazione percependo la portata culturale proposta dall’emittente capodistriana e captando l’occasione di ragionare sulla letteratura con un servizio di pregio internazionale.
Ho rintracciato i dattiloscritti autografi di quei testi radiofonici nell’Archivio dell’intellettuale (Biblioteca Villa Dora, San Giorgio di Nogaro). Si tratta di materiali inediti e preziosi, tanto che grazie all’interessamento dell’editore Campanotto ho deciso di pubblicarli. Mi hanno colpito per l’unicità del lavoro condotto e per la dedizione con cui Morandini vuole far conoscere al meglio l’eccellenza letteraria della propria terra nel proprio tempo. Di volta in volta nei testi per la trasmissione egli sviluppa un discorso unitario, ideologicamente coeso, divulgativo e privo di saccenteria.
Alla lettura ne esce quella che ho definito una «Storia radiofonica della letteratura» ancora oggi attuale per l’acume e la vivezza con cui l’autore ha saputo approntare tale disegno critico. Mi sono immaginato Morandini ragionare sulla scelta degli autori per farne un canone letterario; meditare affinché la scrittura delineasse in compendio la vivace complessità di un argomento controverso come il contemporaneo; ripensare la collocazione e gli apparentamenti degli scrittori a determinate correnti o movimenti letterati, consultando i numerosi libri aperti sulla scrivania attorno la macchina per scrivere.
Tra 1980 e 1981 Morandini scrive tre cicli radiofonici. Nel primo ciclo Sviluppi novecenteschi della poesia in Friuli l’interesse dell’intellettuale è quello di sondare la linea della grande poesia in Friuli: da Zorutti ai poeti degli anni Settanta, passando per Pasolini, Marchetti, i neorealisti, le nuove leve.
Nel secondo ciclo La voce della donna colta nella letteratura italiana tra l’800 e il ’900 il tema è incentrato sulle donne letterate d’Italia. Qui Morandini riassume la storia letteraria delle donne che hanno pubblicato opere di valore non inferiore a quelle, accolte con ben altra risonanza, dei letterati maschi. Per come discorre dell’argomento, che solo erroneamente si potrebbe additare come “letteratura femminile”, mi pare sottolinei quanto Morandini sia un lettore accorto e ricettivo.
Il terzo e ultimo ciclo Scrittrici in Friuli: temi, poetiche, problemi riprende il secondo contestualizzandolo e aggiornandolo. Ora Morandini dà spazio alle autrici friulane (di narrativa come di poesia, in italiano come in friulano) dalla prima metà del Novecento fino agli esiti a lui più prossimi.
È chiaro che il quadro tratteggiato da Morandini non può essere completo: «Di tutto ciò – scrive l’autore a premessa della prima trasmissione – cercheremo di dare un’idea sufficiente, anche se, per ovvie ragioni di spazio radiofonico, risulta piuttosto difficile. Ci scusino, allora, gli ascoltatori per la semplificazione e schematizzazione degli argomenti».
Se le tempistiche radiofoniche non consentono di scendere nel dettaglio, a risultare d’interesse è proprio la sintesi messa in atto da Morandini, che lo porta a riferire solo l’essenziale descrivendo con nettezza i principali momenti dello sviluppo poetico o narrativo di scrittrici e scrittori. E, dopo aver tracciato il profilo critico di un autore, con l’intento che l’ascoltatore (e oggi il lettore) possa sentire (leggere) di prima mano la sostanza letteraria, Morandini esemplifica uno o più suoi testi.
I tre cicli si contraddistinguono dunque per la schiettezza con cui Morandini tratta gli argomenti: non largheggia in formalità ed encomi per gli autori trattati, ma di ognuno sottolinea acutamente le qualità e, se ci sono, le manchevolezze. Questa operazione culturale, assicura Morandini, risulta quindi un’indagine «più a caldo, più viva, anche se certamente più compromettente» di un compassato e «asettico sommario della letteratura».
Il libro allora testimonia quell’engagement tipico di Morandini, qui riversato nella compilazione di una «Storia radiofonica della cultura» approntata con quel riguardo per la letteratura e quell’indole rigorosa che sempre lo hanno contraddistinto.
* Ricercatore del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale Università di Udine