«Così fotografo il parto in casa». Il viaggio inizia col piccolo Martino
MANTOVA. «È un percorso pieno di ostacoli il mio. Ne sono consapevole. Ma, prima che la chiusura delle regioni, il coprifuoco e il lockdown a causa del Covid bloccassero tutto, ce l'ho fatta. Sul filo del rasoio sono riuscita a fare il mio primo servizio fotografico del genere, un parto in casa». A raccontarlo è Alessandra Trevisan, 35 anni, di Gazzo Bigarello, madre di due bimbi, Edoardo di 4 anni e Matilde di 2, da sempre appassionata di fotografia. «È stato il 4 novembre, in provincia di Modena, dove è nato Martino – dice - Realizzare un servizio fotografico durante un parto in casa è un fenomeno molto di moda in altri Paesi, ad esempio in Brasile. Durante una convention di fotografia ho conosciuto questo genere, mi sono emozionata tantissimo, fino alle lacrime, e ho desiderato che diventasse il mio mestiere».
Dopo una breve esperienza giovanile a bottega, appena uscita dalla scuola, Alessandra ha poi abbandonato per anni il mondo della fotografia lavorando come operatrice nelle case famiglia per minori e poi come commessa, ma il sogno di fare la fotografa non l'ha mai abbandonata.
«Ho ripreso da qualche tempo a seguire corsi e workshop perché credo che il talento non basti; bisogna studiare e applicarsi - prosegue - Così ho deciso di provare con un gruppo su Facebook. Il parto in casa in Italia non è molto diffuso, e men che meno l'idea di farci un servizio fotografico. C'è una donna nuda, il dolore, tante emozioni in ballo. Non è facile. Il primo contatto è arrivato da Torino, ma, vista la situazione attuale, diventava impossibile organizzare la partenza. Poi è arrivata la telefonata del papà di Martino. È stata un'esperienza meravigliosa, in una famiglia splendida. Non mi sono sentita per nulla un'estranea, anzi, ci sono stati una sintonia incredibile, amore, tenerezza, complicità. Così, mi sono mossa in silenzio, senza interferire con le operazioni dell'ostetrica, e, incredibilmente, mantenendo una certa freddezza e professionalità. Ho scattato, scattato, ed ecco che ha preso vita anche il mio primo servizio». Quello del parto in casa è considerato un genere ascrivibile a documentale, ora oggetto di corsi e formazione specifica, mentre il newborn, ovvero la fotografia realizzata a neonati nei primi quindici giorni di vita è un genere a se stante.
«Con la madre di Martino ci eravamo sentite solo per telefono, aveva visto dei miei lavori e il mio annuncio, si è fidata, ed è nato un rapporto speciale - conclude Alessandra - Questo primo servizio l'ho donato alla famiglia, volevo essere libera di muovermi, ora, spero presto, ne farò un lavoro».