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La Bassa piange l’imprenditore Ruggero De Giusti, stroncato da un malore

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AIELLO. La Bassa friulana dice addio all’imprenditore Ruggero De Giusti, un pezzo di storia del territorio, un uomo che, grazie alla sua tenacia e allo spirito di abnegazione, è riuscito, nel corso degli anni, a trasformare l’azienda di famiglia, specializzata in impianti elettrici, in una realtà capace di dare lavoro a centinaia di persone.

Aveva 97 anni, Ruggero De Giusti. È mancato venerdì mattina, a causa di un improvviso malore, nella sua casa di Cervignano, dove abitava. Nato nel capoluogo della Bassa friulana il 16 luglio 1923, per diversi anni è stato alla guida della Società Polisportiva Aiello ed è stato anche tra i fondatori dell’Ute Città di Cervignano e Bassa friulana.

Dopo gli studi alla scuola professionale di Monfalcone come elettricista, Ruggero De Giusti aveva frequentato, a Milano, la scuola militare Autieri. L’8 settembre 1943, mentre si trovava sul treno che avrebbe dovuto portarlo in Russia, fu catturato dai tedeschi e portato in un campo di concentramento in Slesia.

Un’esperienza che segnò duramente la sua vita. Riuscì a scappare, rientrò in Italia e sposò Mariucci Tosorat, mancata 12 anni fa. Nel 1946 aprì la sua azienda ad Aiello. «La ditta, specializzata in impianti elettrici – racconta il figlio Lorenzo – ha continuato a crescere nel corso degli anni.

È diventata un punto di riferimento per tutto il Friuli ma anche per altre regioni d’Italia. Tra i lavori più significativi portati a termine merita annoverare gli stadi di Udine, Torino e Treviso, palazzo vecchio a Firenze, il Museo Revoltella a Trieste, l’illuminazione della facciata del municipio, sempre a Trieste e la Zecca dello Stato, a Foggia.

La De Giusti impianti elettrici aveva un centinaio di dipendenti in quegli anni. Ha dato lavoro a tante persone. Negli anni ’80 la ditta si è trasformata in una Srl, portata avanti assieme a me e ai miei fratelli».

Un maestro di vita, così lo descrive il figlio Lorenzo. «Mi ha insegnato che cosa significa il sacrificio – dice, commosso –, il rischio e la dedizione al lavoro. Dopo una vita intensa, mio padre si è portato con sé il reticolato del campo di concentramento, la fuga, il breve arruolamento nella Resistenza e anche il ricordo dei tanti collaboratori con cui aveva un rapporto speciale».

Il sindaco, Andrea Bellavite, conosceva personalmente De Giusti. «Una persona dotata di una profonda spiritualità. Un bravo imprenditore ma anche un uomo di grande cultura. È grazie alla famiglia De Giusti che abbiamo potuto usufruire degli alloggi per l’accoglienza dei cittadini migranti. Ruggero ha regalato anche al Comune una meridiana, che abbiamo inaugurato 3 anni fa.

Ha lasciato un segno profondo nella comunità». Ruggero De Giusti lascia i figli Lorenzo, Glauco e Maria Elisabetta e la signora Ivana, cui era particolarmente legato. Il funerale, nel rispetto delle normative emanate per contenere la diffusione del coronavirus, è stato celebrato sabato 21. Il novantasettenne riposerà nella tomba di famiglia, nel cimitero della “sua” Aiello. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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