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Le ipotesi per il piano vaccino: "Ecco per chi scatta l'obbligo"

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Il vaccino contro il Covid sarà obbligatorio in Italia? No, o per lo meno non lo sarà per tutti. Ad affermarlo è stato il direttore generale dell'Agenzia nazionale dei farmaco, Nicola Magrini, intervenuto all'evento periofico Un vaccino per tutti al Festival di Ferrara Internazionale, che quest'anno a causa del coronavirus si è svolto online. "L'obbligatorietà è un meccanismo delicato che va riservato solo in casi estremi, come al personale sanitario e al personale delle Rsa, ma deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate", ha affermato Margrini.

L'impegno dovrà essere massimo da tutte le parti, affinché la campagna vaccinale porti ai risultati sperati, ai quali ora ci si aggrappa per chiudere definitivamente la parentesi coronvirus nel mondo. Margrini ha esposto un piano che appare molto ambizioso ma che se realizzato potrebbe portare al successo su larga scala. L'idea del direttore generale dell'Agenzia nazionale dei farmaco è quella di esportarlo in tutta Europa, promuovendo una sorta di modello italiano a livello internazionale che sfrutti la tecnologia a suo vantaggio: "Per quanto riguarda l'Italia, ma cercheremo di promuoverla a livello europeo, stimoleremo una farmaco-vigilanza attiva, cioè ad hoc, con strumenti alcuni innovativi che useranno una app di localizzazione su vaccinati che lo desidereranno". L'imposizione dell'obbligatorietà del vaccino per tutti non è una strada percorribile per Magrini. Secondo lui funzionerebbe meglio una campagna di sensibilizzazione e di responsabilizzazione. Affinché i cittadini si sentano sicuri e stimolati a sottoporsi al vaccino, è necessario dare le necessarie garanzie di afidabilità: "Negli ultimi 20 anni abbiamo ragionato di responsabilità individuale, la certezza che i vaccini siano adeguatamente studiati è la strada migliore. Questa epidemia è servita a rafforzare valori comuni come la solidarietà, non credo che ci abbia diviso e non trovo per nulla adeguata la metafora della guerra".

Nicola Magrini assume un atteggiamento positivo e ottimistico, offrendo un punto di vista insolito dell'emergenza italiana: "L'epidemia ha mostrato gli aspetti più alti delle persone, della ricerca e della politica che di nuovo ha preso interesse per il multilateralismo e non solo: ha rafforzato i sistemi sanitari pubblici e ha di nuovo convinto l'opinione pubblica che serva più pubblico e più investimenti pubblici". Ben 45 sono in fase di sperimentazione e ben 3 "ormai alle fasi conclusive di studi clinici randomizzati di ampie dimensioni su diverse decine di migliaia di pazienti".




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