Due carpini bianchi per ricordare Falcone e Borsellino
REGGIO EMILIA. Due carpini bianchi per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi dalla mafia nei giorni sanguinosi della stagione delle stragi. Domenica mattina al parco del Popolo nel centro cittadino sono state messe a dimore due nuove piante, a fianco della targa realizzata nel 2011 dagli studenti dell’istituto Chierici come omaggio a Falcone e Borsellino, i simboli più noti dell’impegno antimafia e dell’altissimo prezzo pagato nei decenni.
Il monumento, posato il 23 maggio 2011, era affiancato da un abete del Colorado rimosso nei mesi scorsi, dopo diverse discussioni, perché ormai secco e potenzialmente pericoloso, in caso di cedimenti del corpo indebolito. Ora arrivano i due carpini bianchi, piante autoctone molto robuste, donati dalla ditta reggiana Nonsoloverde. Una decisione non casuale, sottolinea l’amministrazione comunale: «La scelta di mettere a dimora due carpini bianchi – una pianta autoctona, tenace e molto robusta – vuole essere un omaggio alla storia dei due giudici, simboli di una altrettanto tenace ricerca della giustizia e delle legalità, per rendere viva la loto testimonianza e il valore del loro impegno civico».
Alla cerimonia, hanno preso parte il sindaco Luca Vecchi, l’assessora all’Ambiente Carlotta Bonvicini, la docente del Chierici Lorella Borciani, Gianni Vezzani di Nonsoloverde e il botanico Ugo Pellini, componente della Consulta verde comunale. Una rappresentanza ristretta, resa necessaria dalle limitazioni sanitarie, per l’iniziativa svolta in occasione della Giornata nazionale degli Alberi, da anni celebrata nella seconda metà di novembre, attorno al 23. «La piantumazione racchiude in sé tre importanti significati. Da un punto di vista ambientale, ribadisce l'impegno di una città in campo ecologico e rappresenta di fatto il primo atto di un ampio Piano di forestazione promosso dall'Amministrazione comunale, che nei prossimi giorni vedrà la messa a dimora di oltre cinquemila piante per arrivare entro il 2024 a 50 mila nuovi alberi sul territorio comunale. L'iniziativa di quest'oggi ha inoltre un secondo significato, che riguarda la legalità e l’impegno costante di una città contro ogni tipo di infiltrazione mafiosa e, non da ultimo, rappresenta un gesto di memoria».
Ed è inoltre, ha aggiunto la Bonvicini, «un gesto simbolico per ricordare la Festa dell'Albero, che per motivi legati alla «La messa a dimora rappresenta non solo il ricordo della vita dei due magistrati assassinati, ma la continuità della vita e la speranza per il futuro. La data prescelta riprende quella della storica “Festa degli alberi”, istituita con “lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi”. In occasioni di una delle tante cerimonie nel 1961 l'onorevole Pasquale Marconi “cantò le lodi dell’Albero non solo sotto l’aspetto di fonte economica, ma soprattutto come espressione di vita e dal cui ciclo vitale discendono analogie ed anche ammonimenti per la vita dell’uomo”», ricorda Pellini.
«Con l'inquinamento dell'aria e il surriscaldamento del pianeta, le gravi malattie del nostro tempo, gli alberi assumono un nuovo ruolo e portano il loro contributo. Catturano i gas nocivi, le polveri sottili, purificano l'aria e permettono una migliore qualità della vita; meritano quindi rispetto».