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«Pieno e caffè», i benzinai sopravvivono. I conti non tornano ma c’è chi investe

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IVREA. Neppure il tempo di riprendere i normali ritmi di lavoro ed ecco che la pandemia impone un secondo lockdown che piega sanità ed economia. E a pagarne il conto sono fette sempre più ampie e variegate di popolazione oltre a interi comparti del mondo dell’impresa e del commercio. Compreso quello, non certo marginale, di chi opera nella sfera delle stazioni di servizio per il rifornimento di carburanti.

«Abbiamo sperato che la prima clausura potesse rientrare nel capitolo dedicato ai brutti ricordi nella nostra vita», dicono Edoardo Tatullo, 27 anni e Elisabeth Weitzer, 60 anni, gestori del distributore Eni a Cuorgnè, sulla statale 460, proprio di fronte all’Ipercoop. «Onestamente lavorare in zona rossa si riflette sui bilanci di fine mese - aggiungono - anche se rispetto a marzo si può respirare. E proprio quell’esperienza ci ha spinti a offrire ai nostri clienti un nuovo servizio: la vendita di prodotti per la cura dell’auto - dicono i due benzinai cuorgnatesi - e di pellet per riscaldamento».

In sintesi, far quadrare i conti è una necessità e compensare la mancata vendita di carburanti con nuovi servizi e prodotti è una buona soluzione. La crisi morde forte. La paura per il futuro è concreta. Non solo per i gestori di piccole e isolate stazioni di rifornimento, destinate alla chiusura se il vento non cambia. Ma anche per chi, come Dario Giani, 59 anni, titolare del distributore Eni di Caluso, può vantare una posizione eccellente per la propria attività, lungo la strada che porta al casello autostradale di San Giorgio Canavese sull’A4 Torino-Aosta: «Durante il primo lockdown, dal 9 marzo sino al 18 maggio, abbiamo tenuto chiuso. Serrande abbassate. Ora, con questa clausura mascherata, stiamo ricavando soltanto la metà, a livello di incassi, di quello che ottenevamo prima dell'ultimo Dpcm», racconta Giani.

Sia per quanto riguarda la benzina - dice - il diesel, il metano e il gpl, da una quindicina di giorni la situazione delle vendite è calata ma non azzerata. Le aziende e le fabbriche sono aperte. Questo aiuta. Certo che la serrata di moltissime attività commerciali, delle scuole oltre al coprifuoco e al divieto di spostamento non ci aiuta di certo».

Anche Andrea Succa, 49 anni titolare del distributore Ip in centro paese a San Giusto dice: «Abbiamo sempre tenuto aperto. Sia nel primo periodo di clausura che oggi dove i divieti sono più elastici. Rispetto a dodici mesi fa ho venduto circa un 20% in meno di carburante. Ma non dimentico quell'80% in meno in fatto di entrate del primo lockdown». Come Giani, anche Luca Bonaccorsi, 55 anni, ha la sua attività in una posizione invidiabile: il suo distributore della Esso, con annesso bar ed area self service, sono ubicati a Ivrea in corso Vercelli, una zona molto trafficata.

«Il coprifuoco è alle 22, ma qui in corso Vercelli già dalle 17.45 - 18 in giro non si vede più nessuno – racconta Bonaccorsi – La situazione del distributore? Ho un calo del 50% nella vendita della benzina. Numeri molto negativi anche dall’area del bar ristoro dove invece si passa al meno 70%. Ho anche attivato il servizio da asporto ma al momento ho poca richiesta. Durante il primo lockdown ad esempio, fu un disastro totale. Solo nel reparto carburanti ci fu un crollo che ha sfiorato il 75%. Il problema comunque è sotto gli occhi di tutti: Ivrea è una città a vocazione commerciale. Con i negozi chiusi, idem le scuole superiori e centinaia e centinaia di colletti bianchi in smartworking, le auto restano in garage e di conseguenza chi vende carburanti va in crisi».

Ma bisogna guardare al futuro con fiducia e, per chi può, investire nella propria attività. Lo hanno fatto nella grande e frequentatissima stazione di servizio Petroltermica sulla Pedemontana, a Colleretto Giacosa. Qui sono in corso dei lavori. Ruspe e operai all’opera per costruire una nuovo autolavaggio. «È un periodo duro per tutti ma non bisogna mollare», dice Luca Giustetti Podio, rivarolese e dipendente della Petroltermica. Le auto continuano a fermarsi e in molti fanno tappa nell’area ristoro, dove c’è la caffetteria Mr. Blend. Quasi nessuno rinuncia ad un buon espresso anche se le colazioni o i gustosi tramezzini si devono consumare in piedi e all’aperto. —

(Ha collaborato Loris Ponsetto)




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