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Autostrade, l’ex commissario di Alitalia al vertice di Edizione per trattare col governo

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 Novità in vista al vertice di Edizioni. Secondo rumors che circolano con insistenza, al timone della holding potrebbe, infatti, approdare Enrico Laghi, ex commissario di Ilva e di Alitalia. Sarebbe questa l'opzione che starebbe valutando la famiglia Benetton per sostituire Gianni Mion, confermato presidente la scorsa estate in attesa di trovare un nuovo ad. I Benetton avrebbero già sondato la disponibilità dello stesso Laghi per affrontare e trovare una soluzione al lo spinoso dossier di Aspi. Intanto, il nuovo Piano economico finanziario c'è ed è stato inviato al governo accettando tutti gli atti chiesti dall'esecutivo. Ma la deadline del 30 novembre per l'offerta finale di Cdp è ormai vicinissima e non è escluso che i tempi del dossier Autostrade si allunghino ancora. Passata parzialmente la tormenta della nuova bufera giudiziaria, c'è uno sviluppo importante che riguarda la trattativa per il riassetto di Aspi, che vede da quasi due mesi coinvolta Cdp insieme ai fondi Macquarie e Blackstone, fattisi avanti avanti con due offerte finora bocciate per rilevare l'88,06% della concessionaria. Per definire il valore della società, che Via Goito continua a soppesare tra gli 8,5 e i 9,5 miliardi, è nodale il Pef che regola il sistema delle tariffe per i prossimi anni.

Fonti vicine al dossier rivelano oggi che Autostrade per l'Italia ha approvato la nuova versione del Pef, a seguito dei rilievi dell'Autorità di regolazione dei trasporti del 14 ottobre, inviandolo al Governo giovedì 19 novembre. I tecnici al Mit stanno ancora valutando le carte, ma si fa notare come il documento era già stato inviato al governo per altre 4 volte, con varie modifiche. Il primo invio è del 23 luglio, dopo l'accordo raggiunto la notte del 15 luglio. Nella nuova versione del Pef il piano Industriale di Aspi è completamente confermato: sul fronte Covid è stato concordato il principio secondo cui una parte dell'ingentissimo calo di traffico potrà essere recuperato, così da consentire la continuità delle attività manutentive e del piano di investimenti, ma le modalità di applicazione vengono demandate a un regolamento del Mit (ancora in corso di stesura) che varrà per tutto il settore autostradale. 

Aspi avrebbe accettato formalmente tutti gli atti proposti dal governo nella formulazione voluta dall'esecutivo: l'atto transattivo per la chiusura della procedura di revoca (a inizio ottobre), la nuova versione del Pef sulla base dei rilievi Art (in settimana), l'atto aggiuntivo (nella giornata di sabato) con un piano rilevante dal punto di vista finanziario. Infatti, secondo le stesse fonti, nel nuovo schema vengono  mantenuti i 14,5 miliardi di investimento e i 7 miliardi di manutenzioni al 2038, di cui fanno parte gli 1,2 miliardi di manutenzioni aggiuntive. Confermato anche l'importo di 3,4 miliardi di euro di risorse compensative a seguito della tragedia di Genova - di cui 1,2 miliardi di investimenti non remunerati - che Aspi manterrà a proprio carico. Si rivendica come la spesa media prima del 2018 fosse di 280-300 milioni annui, nel 2019 è diventata di 400 milioni, nel 2020 di 655 milioni e nel 2021 si prevedono 600 milioni. Al tempo stesso il nuovo piano industriale prevede 2400 assunzioni da qui al 2024, con professionalità nel settore dell'innovazione digitale e della sostenibilità. Basterà? Ora bisogna capire quali decisioni assumerà l'esecutivo sull'approvazione finale, si spiega, tenendo conto che Cdp ha già dichiarato che serve un Pef definitivo per formulare un'offerta vincolante su Aspi, e la scadenza per farlo rimane il 30 novembre. La controllante Atlantia avrebbe già in agenda un cda il 2 dicembre per esaminare le eventuali proposte, ma la scorsa settimana ha messo nero su bianco come si ritenga "ragionevolmente probabile la conclusione di un accordo con il Governo italiano" così come "ragionevolmente non probabile" il rischio di esercizio della revoca della concessione di Autostrade. In realtà l'esecutivo nell'ultimo periodo ha tirato fuori più volte la carta delle revoca delle concessioni, chiedendo di fatto di chiudere l'intesa con Cdp entro e non oltre il 31 dicembre.




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