Ferrara. Chirurgia, ortopedia e urologia nell’accordo Sant'Anna-Salus
FERRARA. L’attività chirurgica ordinaria si restringe per lasciare spazio ai ricoveri dei pazienti contagiati dalla pandemia, che hanno ripreso ad occupare in modo massiccio i reparti ospedalieri di Ferrara e provincia dallo scorso ottobre. Ma il trasferimento di una quota consistente di interventi operatori nelle case di cura ha scatenato la reazione molto critica dei sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil), che chiedono di concentrare nelle strutture pubbliche come l’ospedale di Argenta o l’Osco di Copparo, la chirurgia programmata.
L’azienda ospedaliera ha attivato il contratto con “Salus”, clinica convenzionata di Ferrara, venerdì scorso indicando nel documento le motivazioni, gli aspetti organizzativi e le modalità di valutazione dei costi. La scadenza dell’accordo è fissata al 31 gennaio 2021, salvo proroghe dovute «all’eventuale prolungamento dello stato di emergenza».
IL CONTENUTO DELL'ACCORDO
La progressiva riduzione dell’attività chirurgica nelle aziende sanitarie ha iniziato a decorrere dal 2 novembre scorso, dopo l’input della Regione. Prioritari, nel sistema pubblico, restano i trattamenti chirurgici per urgenze, traumatolgia e oncologia. Per evitare il rischioso allungamento delle liste d’attesa nell’attività programmata sono entrate in campo le case di cura convenzionate. «È stata acquisita la disponibilità del policlinico ad operare pazienti inseriti nella lista d’attesa delle strutture complesse di ortopedia, chirurgia generale, chirurgia plastica e urologia», riporta il testo dell’accordo. “Salus” mette disposizione sale operatorie, personale di assistenza e servizi di supporto; viene garantita l’assistenza medica anestesiologica e in reparto in collaborazione con i chirurghi del Sant’Anna, oltre agli eventuali accertamenti diagnostici e alle consulenze mediche; per l’attività chirurgica generale urologica e plastica viene garantita l’assistenza post-operatoria in day surgery. In tutto il periodo di validità del contratto saranno «garantite di norma 5 sedute operatorie settimanali».
Alla casa di cura viene riconosciuto un compenso «pari all’85% della prestazione sanitaria erogata sulla base del tariffario approvato dalla Regione, con protesi e dispositivi medici a carico di Salus. Qualora, per casi particolari, presso Salus non sia disponibile la tipologia di protesi o altri dispositivi medici richiesti dai professionisti del Sant’Anna, i dispositivi medici saranno forniti da quest’ultima e il costo sarà decurtato dalla quota dell’85%». Le cartelle cliniche dei degenti saranno consegnate settimanalmente all’azienda ospedaliera. —
L’ACCORDO GENERALE
L’annuncio che le cliniche convenzionate ferraresi (Salus e Quisisana) sarebbero state chiamate a collaborare con la sanità pubblica per la chirurgia d’elezione era stato dato dal direttore generale dell’Asl, Monica Calamai, e dal commissario straordinario del Sant’Anna, Paola Bardasi, una decina di giorni fa, durante una riunione della Conferenza socio-sanitaria. I numeri comunicati in quell’occasione prospettavano l’esecuzione fino a un massimo di 170 operazioni di chirurgia generale, 180 di ortopedia e 530 di chirurgia oftalmica (cataratte). Un’attività da eseguire con un massimo di cinque sedute settimanali di sei ore. I sindacati hanno contestato in particolare l’accordo con “Salus”, oltre che per la scelta di dirottare una parte dell’attività pubblica sul privato accreditato, per vertenze sindacali in corso con la casa di cura. —
Gi.Ca.
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