Nella pandemia il senso di una nazione

foto da Quotidiani locali

UDINE. Vaccinatevi. Non esiste augurio di Natale migliore di questo. Vaccinatevi e riscoprite il valore della scienza, della ricerca, della medicina, dell’informazione come alternativa ai lazzaroni di tutte le provenienze che vi spiegano, indefessamente, come la pandemia ci stia conducendo a una dittatura sanitaria che, infine, è quel che vogliono le élites per portarci sotto il loro controllo. Anzi, per mettervi, giacché, secondo costoro, noi giornalisti siamo parte di questa piovra malefica che annebbia le coscienze e uccide il libero arbitrio.

Non so, magari fra qualche anno scopriremo che hanno ragione. Io non lo credo affatto e nel frattempo insisto: fino a quando questa banda di sempliciotti non esibirà le prove del grande complotto voi non fidatevi e vaccinatevi.

Con oggi anche il Friuli e la Venezia Giulia entrano in zona rossa per sottolineare, nel caso non fosse ancora chiaro, che questo non è un anno normale. State a casa. Avete l’occasione per interpretare lo spirito autentico del Natale, se siete credenti. Se non lo siete prendetevi una pausa egualmente per vivere senza l’assillo delle consuete incombenze quotidiane. È vero che così tante costrizioni costituiscono una pena e una pesante limitazione della libertà. Sono intollerabili, insopportabili? No, non lo sono.

La pandemia rivela quel che siamo: una comunità dal senso civico fragile, con una classe dirigente instabile e immatura. Il nesso fra i due fenomeni a me pare evidente. Così tanto da chiedermi quale folle potrebbe minacciare una crisi di governo mentre l’Italia conta ancora centinaia di morti, difficoltà nelle cure, lentezza nei ristori? Eppure quel folle c’è, emblema di un Paese ancora incompiuto il quale, ammetto di averlo pensato e non me ne vergogno, dovrebbe trovare proprio in questo frangente tragico l’energia per riscoprirsi Nazione.

Buone festività a tutti.