CASTELFRANCO. La prossima settimana apre nella sede di Castelfranco il nuovo hospice dell’Istituto oncologico Veneto. La struttura, dotata di sei posti letto, accoglierà i pazienti in fase avanzata di malattia oncologica.
«La medicina palliativa è la disciplina medica che cura la sofferenza causata da gravi malattie – spiega il direttore generale, Giorgio Roberti – e l’hospice è la sede dove pazienti sofferenti e non in grado di essere adeguatamente assistiti al domicilio possono ricevere cure palliative adeguate alle loro necessità. Nella medicina dei tumori le cure palliative, integrate con le cure dirette alle neoplasie, hanno un ruolo fondamentale, riconosciuto e sostenuto dallo Iov nel suo farsi carico dei pazienti".
"La costituzione di un hospice oncologico all’interno delle strutture di cura di Iov completa gli ambiti dove sono effettuate cure palliative nell’istituto, e ne definisce ulteriormente la sua vocazione di centro avanzato e di rilevanza nazionale ed internazionale dedicato alla cura e ricerca dei tumori». Alla guida della nuova struttura c’è il dottor Fabio Formaglio, direttore dell’unità operativa complessa terapia del dolore e cure palliative” Iov.
L’hospice Iov – si legge in una nota emessa dall’istituto – è stato concepito come struttura interna all’ospedale, comunicante e in grado di recepire le richieste provenienti dai reparti di cura di Iov e dal suo ambulatorio di cure palliative, garantendo un’effettiva continuità del percorso di cura dei pazienti quando le terapie antitumorali non sono più indicate, ma anche per il paziente oncologico avanzato con bisogni di cure palliative proveniente da altri centri oncologici e/o dal territorio.
«L’inserimento dell’hospice Iov in una struttura ospedaliera – dichiara Formaglio – caratteristica molto rara in Veneto, garantisce cure mediche specialistiche complete e nei tempi rapidi di un ospedale, e gli operatori dell’hospice Iov sono gli stessi della clinica di terapia del dolore e cure palliative dell’istituto, specificamente formati per le cure palliative nell’oncologia».
Stanze di degenza ariose e moderne assicurano momenti di intimità; mentre la sala comune, con una grande vetrata affacciata sul verde, funge da luogo d’incontro. «L’obiettivo non è solo trattare i sintomi fisici provocati dal tumore – aggiunge il direttore sanitario, Maria Giuseppina Bonavina – ma cercare di dare serenità e sollievo a chi sta affrontando l’ultima parte della vita. La terapia non è fatta solo di farmaci, ma anche di umana sollecitudine, rispetto delle scelte, sostegno alla famiglia e, perché no, anche un po’ di comodità e di comfort. Per questo abbiamo cercato di rendere l’hospice accogliente. Il traguardo è accompagnare nel migliore dei modi i malati che non hanno più possibilità di guarigione e, per questo, ci vuole grande forza e attenzione. Anche per chi resta, vivere bene questo momento permette di andare avanti con uno spirito diverso». —
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