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Январь
2021

Bloccato in casa e senza corrente festeggia i suoi 50 anni al lume di candela: "Solo io, la mia famiglia e i cervi"

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RIGOLATO. La stanza rischiarata dalle candele, l’atmosfera ovattata da una coltre nevosa di oltre 80 centimetri e la colonna sonora scandita dal bramito dei cervi. Il suo primo mezzo secolo di vita, Maurizio Fato lo ha celebrato così a Pontaria, estrema borgata del comune di Rigolato presidiata da una sola famiglia: la sua.

Sabato 2 gennaio la luce se n’è andata, i telefoni erano muti e la strada bloccata. La giornata per Maurizio è iniziata con la pala in mano, doveva farsi largo fra la neve che continuava a scendere senza sosta, per poter uscire di casa. Intorno, c’erano solo alberi con i rami ricurvi sotto il peso della neve e animali selvatici. «È stato un compleanno solitario e bellissimo – assicura Maurizio – non avrei voluto stare in nessun altro posto».

L'EMERGENZA MALTEMPO.  Mai così tanta neve a Forni di Sopra e Sappada, volontari al lavoro da ore sui tetti 

Uomo di mare, Maurizio Fato, triestino che, per ragioni di lavoro, è migrato verso le occhialerie cadorine, ed è lì che ha incontrato l’amore. Cristina aveva radici carniche genuine e tenaci, non ci ha messo molto a convincerlo ad amare le sue terre. La prima tappa dopo il matrimonio è stata Sappada.

Finché la coppia non si è imbattuta in quel borgo incantato e abbandonato da tempo, dove dalla ristrutturazione di un vecchio rudere stava nascendo una nuova abitazione a due piani. «È stato amore a prima vista – non esita a dire Fato – quando ci siamo trasferiti abbiamo portato con noi solo un materasso, un tavolino e due sedie. Non era molto, ma ci bastava».

Ben presto i rigori della montagna e le gelate invernali hanno forgiato la coppia, cui si è aggiunta una nuova arrivata: la figlia Alessia.

«Le nevicate abbondanti, il vento e le tempeste spesso creano dei blackout – ammette Fato – per anni le candele hanno sopperito alla luce elettrica; in quei momenti scaldavamo l’acqua sullo spolert e ci mettevamo a dormire di fronte al fuoco della stube. Con il tempo mi sono attrezzato e per le emergenze uso anche il generatore».

Un paio di settimane fa, un’abbondante nevicata aveva imbiancato le montagne e l’energia elettrica era saltata per due giorni. Sabato, le nuove precipitazioni hanno aggiunto altri 70 centimetri di neve e la corrente se n’è andata. Impossibile scendere fino a Rigolato, la rampa che porta alla borgata è così ripida che anche il pick-up di famiglia faceva difficoltà.

«Così ce ne siamo stati soli in casa a festeggiare il mio cinquantesimo compleanno» commenta Maurizio Fato. «Ci siamo regalati anche un dolce, un tiramisù, visto che era difficile usare il forno e dopo aver spalato, la strada abbiamo aspettato che finisse di nevicare, fortunatamente avevamo abbondanti scorte di cibo».

Una vita impegnativa quella di chi sceglie di restare lontano dal centro abitato, dai servizi e dai negozi, specie quando i rigori dell’inverno si fanno sentire. «Basta fare scorta di legna da ardere e usare qualche coperta in più» filosofeggia Maurizio, che attualmente lavora come operaio a Tolmezzo, mentre la moglie ogni giorno deve raggiungere Villa Santina per la sua attività.

«Quando la neve o il gelo rende pericolose le strade l’accompagno io, lo faccio anche con mia figlia che deve andare a scuola, ma spesso ci va a piedi, percorrendo la strada che scende da Pontaria, 200 metri al di sopra di Rigolato».

Certe giornate, come quelle delle ultime settimane, sono impegnative perché lassù con la neve non ci arriva nemmeno il postino. «Ma anche senza elettricità e senza luce, immersi nel silenzio intorno a noi ci sono cervi, volpi, tassi e linci. È qui che vogliamo vivere»




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