Tutti i buchi della Campagna di Vaccinazione anti Covid

La tanto attesa Campagna Nazionale di Vaccinazione contro il Covid sta procedendo a rilento. Un fallimento che ha diverse spiegazioni.

Tra gli aspetti principali ad aver rallentato la somministrazione del vaccino c'è la carenza di operatori sanitari, le siringhe inadeguate e la mancanza di una chiara programmazione che stabilisca in che tempi la popolazione avrà una copertura contro il Covid.

Siringhe

Sembrerà assurdo ma il primo problema sono le siringhe: abbiamo i vaccini ma non abbiamo gli strumenti adatti per fare le iniezioni. È di oggi la notizia che, come già accaduto altrove, a Pavia siano state consegnate ancora siringhe da 5 ml invece che quelle da 1 ml. Ricordiamo infatti che gli infermieri da ogni singola fiala devono prelevare 0,3 ml di vaccino. Operazione semplice con una siringa da 1 ml molto più complessa e poco precisa con quelle da 5 ml.

Delle siringhe se ne era già parlato più di un mese fa in una conferenza stampa in cui il Commissario Straordinario Arcuri ammise che l'Italia, rispetto agli altri paesi europei che avevano già fatto ordinazioni da milioni di siringhe, era ancora ferma a zero.

Frigoriferi

C'è poi il problema della conservazione del vaccino Pfizer-Biontech che deve restare a temperature molto sotto lo zero e necessita quindi di frigoriferi particolari. Al momento in Italia di apparecchiature di questo tipo ce ne sono pochi, un numero non sufficiente a conservare tutte le fiale. Tanto è vero che al momento è la stessa casa farmaceutica a dover garantire load giusta conservazione dei vaccini. Ma al momento la maggior parte degli oltre 300 spot individuati nel paese per la campagna vaccinale non hanno questo macchinario.

Operatori

Gli operatori sanitari non sono sufficienti per le vaccinazioni, si sapeva. Al bando del commissario straordinario Arcuri per il reclutamento di 15mila medici ed Infermieri per la campagna delle vaccinazioni, hanno risposto oltre 19mila persone ma ad oggi non si sa ancora quante di queste persone siano state in qualche maniera «arruolate» e contattate. Davanti a questa carenza strutturale di personale fanno ancora più scalpore le decine di messaggi social in cui infermieri e medici in pensione si sono detti disponibili fin da subito per le vaccinazioni di massa. Autocandidature di persone preparate ed affidabili a cui fino ad oggi nessuno ha dato risposta, come il caso di Laura:

"Io, 43 anni di lavoro all'Asl senza interruzioni, Laura magistrale in Scienze Infermieristiche, in pensione da 10 mesi ho dato la disponibilità per vaccinare personale e utenza. Come me tanti colleghi andati in pensione stiamo aspettando la convocazione, ma non sappiamo nulla di nulla»- scrive un infermiera.

Programmazione

La campagna vaccinale è poi partita senza alcuna certezza sui tempi e la modalità con cui il vaccino verrà somministrato alla popolazione. I medici di base e gli ospedali su questo non hanno avuto ancora alcuna indicazione e non sanno cosa rispondere alla gente che chiede notizie. Ad oggi il governo non sembra aver stabilito una linea chiara e le regioni che hanno una propria autonomia sanitaria stanno gestendo la campagna vaccinale come ritengono opportuno. Tocca però al governo dare linee guida certe che ad oggi non ci sono.

Dubbi anche sulla gestione della prima fase di vaccinazioni, quella destinata al personale sanitario.

Ad oggi infatti sembra che si tratti di vaccinazioni destinate unicamente al personale ospedaliero. Alcuni medici di base, ad esempio, denunciano di essere stati esclusi in questa prima fase