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Январь
2021

Nonantola, quei libri dei ragazzi ebrei in fuga dalla morte: restaurata la piccola biblioteca di Villa Emma

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NONANTOLA. Non solo dizionari, manuali e testi per coltivare nei futuri kibbutz in Palestina. Ci sono anche annotazioni a matita, frasi, fiori seccati e tante altre tracce di chi li possedeva. «Sono l’unica testimonianza materiale della fuga dei ragazzi che li leggevano e della loro presenza a Villa Emma», precisa il professor Fausto Ciuffi, presidente della fondazione dedicata alla casa di Nonantola dove vennero salvati centinaia di bambini ebrei durante le persecuzioni. Sono i novantasei libri trovati nel 2002 in una cantina di Nonantola dalla famiglia Neri e consegnati al Villa Emma. E ora sono tornati a casa questi preziosi volumi che testimoniano i gusti e gli interessi nelle letture di bambini e ragazzi ebrei in fuga per l’Europa durante la guerra. È infatti finita la fase di restauro ad opera del laboratorio specializzato della cooperativa Formula Servizi di Forlimpopoli.

Presto si potranno osservare da vicino. E, quando sarà terminato, avranno un loro posto d’onore all’interno del Museo di Villa Emma, i cui lavori si spera possano iniziare tra qualche mese. Si tratta per due terzi di testi in tedesco pubblicati in Germania e in Austria dal 1880 al 1940. Poi c’è un piccolo corpus di dizionari dal tedesco all’italiano, inglese e francese, testi in ebraico per i riti religiosi e la storia ebraica, qualche volume in inglese. Erano tutti buttati in due scatoloni nella cantina. A risolvere il mistero della loro provenienza è stato il timbro Delasem (Delegazione per l’assistenza agli emigranti ebrei)-Villa Emma: grazie a quel segno particolare è stato possibile stabilire una relazione tra quei libri e la storia dei ragazzi ebrei accolti e salvati dalla comunità di Nonantola tra il 1942 e il 1943. La Delasem era infatti l’organizzazione ebraica che si curava dell’espatrio di ragazzi ebrei perseguitati in Europa, in accordo col governo fascista (prima dell’8 Settembre), attraverso forme di internamento in Italia. Per questo motivo, ragazzi tedeschi, austriaci e jugoslavi arrivarono fino a Villa Emma grazie alla disponibilità messa a punto dall’enologo ebreo modenese Gino Freidmann e dalla Delasem stessa. Lo scopo era, dopo il transito in Italia, la partenza per la Palestina. Ma poi la guerra ha preso un’altra piega e sono iniziate le persecuzioni anche in Italia. «A Villa Emma – spiega Ciuffi – vennero accolti in due ondate ragazzi dai sei ai vent’anni provenienti prima dall’area germanica e poi bosniaca. Con loro avevano libri in tedesco. Lo sappiamo anche da testimonianze e dai diari. Li portavano con loro insieme a viveri e altri oggetti di prima necessità. Questo ci dice tanto sull’importanza che davano alla cultura e al sapere anche pratico, in genere.. Altri libri in tedesco vennero sicuramente consegnati durante la sosta a Lubiana. Infine, trovarono altri libri ancora a Villa Emma. Oggi sappiamo che, del nucleo originario, molti libri erano stati presi in prestito da biblioteche di Berlino: abbiamo anche i cartellini. Lo studio di Klaus Vogt ha stabilito che a Villa Emma circolavano più di 800 volumi, compresi dizionari e manuali scolastici e pratici». Ai nostri occhi, quei libri rappresentano una “fotografia” dei gusti e degli interessi degli adolescenti ebrei degli ani ‘30-’40. Hanno alimentato sogni e pensieri di adolescenti e giovani, offrendo ore e ore di lettura che hanno contribuito ad allontanare preoccupazioni ricorrenti. Testi che hanno supportato le attività di studiocostituendo elemento fondamentale della formazione dei ragazzi. Dai loro titoli emerge un quadro della cultura tra gli anni Trenta e i primi Quaranta. Romanzi (anche classici e bestseller e gialli) e saggi in cui vengono toccati temi tra i più vari: educazione, femminismo, dibattito su patria e nazione, viaggi verso la Palestina, relazione città/campagna, scenari di storia ebraica e tedesca; e poi romanzi di formazione, dizionari per imparare altre lingue, libri di preghiera. Il loro recupero non è stato in ogni caso semplice.

Spiega Roberta Stanzani, responsabile del Settore restauri di Formula Servizi: «Li abbiamo presi in carico prima del lockdown. Solo al termine, da maggio, abbiamo potuto restaurarli e ora sono stati riconsegnati. Possiamo dire che non è stato un compito facile, data la bassa qualità della carta e del materiale librario: copertine di cartoncino scadente e altro. In quelle due cassette in cantina, poi i libri avevano sofferto l’attacco di funghi e di tarli (che hanno scavato cunicoli in alcuni volumi), oltre che di roditori che hanno mangiato i bordi inferiori o gli angoli. In un certo senso è stato più difficile che restaurare un manoscritto del ‘500. Tutto sommato, siamo soddisfatti della resa finale». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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