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Январь
2021

Scorie nucleari, nella mappa dei possibili depositi anche due luoghi toscani. I sindaci: "Irricevibile". La Regione: "Totale contrarietà"

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FIRENZE. Ci sono anche due zone della Toscana, nella provincia di Grosseto e in quella di Siena, nella nuova mappa che da oggi creerà apprensione negli italiani, oltre a quella delle zone rosse, arancioni e gialle a cui ci siamo abituati per l'emergenza coronavirus. È la mappa dei siti che potrebbero ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari, pubblicata nella notte tra il 4 e il 5 gennaio sul sito https://www.depositonazionale.it/, dopo che la Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto il nullaosta del Governo. Tolto il segreto di Stato, la Cnapi,  questa la sigla insospettabile dell'oggetto finora misterioso e temutissimo (sta per Carta nazionale delle aree più idonee) è ora visibile online, dopo che per anni, dal 2015, era stata tenuta sotto riservatezza assoluta con minaccia di sanzioni penali per chi ne rivelasse i particolari.

Le 67 “aree potenzialmente idonee” delineate sulla Cnapi sono quelle candidate a ospitare la costruzione (1,5 miliardi di euro la spesa prevista)  il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, rifiuti che oggi sono distribuiti dal Piemonte alla Sicilia in una ventina di depositi locali. Una realizzazione che metterà in agitazione gli ambientalisti e le popolazioni eventualmente coinvolte, così come aveva turbato i governi che si sono alternati dal 2003, tutti titubanti sulla scelta impopolare da prendere.

la terza barriera del deposito nazionale, la cella.jpg

Anche in questa carta ci sono i colori: verde smeraldo (punteggio più alto), verde pisello (buono), celeste (isole) e giallo (zone possibili ma meno adeguate). 

La mappa indica 23 zone “verdi” (le candidature più solide) che vanno dal Piemonte alla Puglia, ma ci sono alcune zone a maggiore propensione, come la zona di Alessandria e quella di Viterbo. Nel dettaglio, fra le 23 zone “verdi” due aree sono state selezionate in provincia di Torino, 6 nella provincia di Alessandria, un’area a Siena e una a Grosseto. La provincia di Viterbo ha 7 aree idonee di cui una tra Ischia e Montalto di Castro confinante con la Toscana; la zona a cavallo tra le Murge e la provincia di Matera è ugualmente molto presente: con un territorio in provincia di Bari, due vaste aree tra Bari e Matera, una nella provincia di Matera e altre due zone ampie fra Matera e Taranto. Delle 23 aree “verdi” ritenute in pole position, 11 hanno un gradimento meno alto di color verde pisello ma 12 hanno avuto votazioni più alte e colore verde smeraldo: due aree in provincia di Torino, 5 a Viterbo e 5 in provincia di Alessandria, dove 2 di queste hanno conseguito pieni voti con lode.

LE REAZIONI IN TOSCANA

La Regione. Netta contrarietà espressa anche dalla Regione riguardo all’individuazione in Toscana di due siti per lo smaltimento di scorie nucleari. Sono sette infatti le regioni, tra cui la Toscana, dove, secondo la relazione tecnica predisposta dalla Sogin, sono state individuate le aree idonee alla realizzazione del deposito unico nazionale per lo smaltimento di scorie nucleari. Tra le 67 aree indicate 2 risultano essere aree toscane, precisamente tra Trequanda e Pienza (SI) e a Campagnatico (GR). Ma come dicevamo anche in territorio laziale ci sono possibilità a ridosso del confine toscano come Montalto e Ischia di Castro.

“È contraddittorio – ha detto il presidente Eugenio Giani - valorizzare scenari paesistici che come nel caso della Val d'Orcia diventano patrimoni mondiali dell'Unesco e prevedere poi depositi di scorie di materiale radioattivo nucleare, pur frutto di lavorazioni medicali. Sono convinto che il governo si ricrederà sull'utilità di una scelta ipotizzata in aree dove la bellissima Trequanda ai confini della Val d'Orcia o l'affascinante Campagnatico immerso nei tratti più belli della Maremma costituiscono un valore ambientale unico al mondo”.

Sulla stessa linea l’assessore all’ambiente Monia Monni. “Comprendiamo la necessità di realizzare un deposito unico per i rifiuti radioattivi italiani, di bassa e media attività, scelta necessaria e trasparente che tende a trovare una risposta efficiente alla collocazione di rifiuti prodotti quotidianamente, anche in ambito medico, facendo emergere un problema lasciato nell'ombra per molto tempo. Tuttavia, in attesa di ulteriori comunicazioni ufficiali, affermiamo la nostra netta contrarietà alle possibili localizzazioni toscane, contrarietà che faremo valere in tutti i luoghi deputati e con tutti gli strumenti utili, a partire dalla consultazione pubblica prevista per individuare il sito più idoneo. Il nostro territorio vive di bellezza, di turismo e di agricoltura di pregio e, per valorizzarli ulteriormente, ha fatto la scelta di investire su un futuro fatto di ambiente, rinnovabili ed economia circolare. Ribadiamo dunque, e lo affermeremo in ogni luogo e con ogni strumento previsto e necessario, che ĺ'ipotesi di localizzazione in Toscana ci vede fermamente contrari poiché in contrasto con la nostra storia, la nostra vocazione e la nostra idea di futuro”.

Campagnatico. "Non sapevo niente ma è una follia". Così Luca Grisanti, sindaco di Campagnatico (Grosseto), commenta l'individuazione nel suo comune maremmano di un sito ritenuto potenzialmente idoneo per il deposito nazionale delle scorie nucleari secondo quanto reso noto da Sogin. "La prima cosa che farò - aggiunge - sarà scrivere al ministro dell'Ambiente Costa per invitarlo nel mio territorio. Magari capirà meglio dove siamo. Ma il mio no è inequivocabile. Il territorio di Campagnatico si regge sulle bellezze artistiche, culturali e agricole. Con le scorie nucleari sarebbe la fine".

"Chiederò aiuto a tutti, dalla Provincia alla Regione Toscana e siamo anche pronti a fare le barricate, così come a Pietratonda, altro nostro luogo individuato per lo stoccaggio di rifiuti come i gessi rossi". Due sarebbero le zone individuate: quella della piana alluvionale del fiume Ombrone fino a Marrucheti, e le colline che dal paese di Campagnatico portano verso Cinigiano. "Ripeto, si tratta di una pazzia - chiude Grisanti - non si capiscono nemmeno i criteri e le motivazioni di questa scelta per la quale siamo nettamente contrari. Sarebbe curioso che il Governo nazionale che dice sempre no, non ascoltasse il no del nostro territorio incontaminato".

Val d'Orcia e Val di Chiana. "Proposta irricevibile e non negoziabile", "ci adopereremo in tutte le sedi opportune che il confronto democratico consente attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no ad una proposta che ci vede nettamente contrari". Cos i sindaci della Val d'Orcia e della Val di Chiana si dicono contrari alla proposta di un sito tra Pienza e Trequanda (Siena) per lo stoccaggio di scorie nucleari. "Proposta irricevibile, aggiungono, "in un territorio come il nostro patrimonio mondiale dell'umanità Unesco e ad alta vocazione turistica".

"Si tratta di una proposta irricevibile e non negoziabile e che non riteniamo di non poter prendere nemmeno in considerazione in un territorio come il nostro patrimonio mondiale dell'umanità Unesco e ad alta vocazione turistica. Una notizia che abbiamo appreso solo questa mattina, improvvisa e inattesa", sottolineano unitariamente in un comunicato unitario i sindaci della Val d'Orcia (Castiglione d'Orcia, Pienza, Montalcino, San Quirico d'Orcia e Radicofani) e della Val di Chiana (Trequanda, Sarteano, Chianciano Terme, Chiusi, Cetona, San Casciano dei Bagni, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena) sulla proposta prevista dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata dalla Sogin e che individua Pienza e Trequanda come sito potenzialmente idoneo a ospitare un deposito di scorie nucleari.

"Ci adopereremo in tutte le sedi opportune, regionali e nazionali, che il confronto democratico consente - concludono -, attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no ad una proposta che ci vede nettamente contrari".




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