Il primario del pronto soccorso: non serve l’obbligo di vaccinazione
VIAREGGIO. Non serve l’obbligo di vaccinazione. Né per il personale ospedaliero, né per tutto il resto della cittadinanza. Perché la consapevolezza che questa è l’unica strada per salvare le vite e tornare a stare assieme è più forte di qualsiasi scetticismo. Che sarà sconfitto, inevitabilmente.
Giuseppe Pepe, primario del Pronto soccorso dell’ospedale Versilia, ne è convinto: appena i vaccini anti-Covid saranno disponibili per tutti, i No Vax, o presunti tali, si dilegueranno. Una considerazione che Pepe fa «a maggior ragione dopo aver visto che tutti i colleghi del Versilia hanno prenotato la vaccinazione. La fiducia è massima, così come l’entusiasmo: abbiamo visto cosa è capace di fare questo virus, nessuno ha voglia di sottovalutarlo».
Ecco perché il primario Pepe ritiene superflua l’eventuale obbligatorietà del vaccino, magari soltanto per il personale dell’Asl.
«Ad oggi, sulla base della previsione di disponibilità del vaccino, non abbiamo motivo di pensare alla sua obbligatorietà – afferma il responsabile del Pronto soccorso versiliese – Le dosi disponibili, infatti, sono state già prenotate in massa dai nostri colleghi. Un risultato che ci rende orgogliosi. Sono evidentemente consapevoli che oggi il vaccino è sicuro, e viene considerato un privilegio più che un ulteriore obbligo, o dispositivo di protezione individuale (come ad esempio le mascherine e i camici, ndr), da utilizzare di fronte al Covid. Personalmente – prosegue Pepe – penso che sia una possibilità per tutti coloro che lavorano nella sanità per mettere da parte quelle paure recondite che ci hanno accompagnato ogni giorno durante il tragitto a casa e verso l’ospedale: “Speriamo di non portarla in famiglia”, è la considerazione che facciamo tutti. Ma anche e soprattutto serve per raggiungere quella “immunità di ospedale” o immunità da “sanitario”, che mette in sicurezza il luogo di cura dei futuri prossimi contagi».
La questione non si pone, secondo il primario, neppure di fronte alle critiche, polemiche e attacchi sui social di chi non si fida del vaccino.
«Ritengo – replica Pepe – che, con la progressiva disponibilità del vaccino e l’adesione del personale sanitario, nel prossimo futuro arriveremo al punto che non dovremo farci la domanda se rendere obbligatoria o meno la vaccinazione. Sono certo che l’adesione sarà superiore al 95 per cento, con pochi esitanti, ma sicuramente nessun No Vax. Questo virus ha aumentato la consapevolezza dell’importanza della prevenzione e dei vaccini, in modo proporzionale al coinvolgimento durante la pandemia. Chi è stato stravolto dalla pandemia non può avere dubbi».
Qualche scettico, però, potrebbe comunque restare. «Se rimarrà un residuo di indecisi tra i sanitari, inferiore secondo me al 2 per cento – afferma Pepe – probabilmente si dovrà intervenire con interventi mirati informativi. Ricorderemo loro che anche nella scuola, a salvaguardia dei bambini, esistono vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione alla scuola anch’essa dell’obbligo. Anche chi lavora nei ristoranti ha alcuni doveri vaccinali, perché opera nelle cucine per preparare i piatti che mangiamo. Esistono in tutte le categorie doveri legati al lavoro specifico che si svolge: non ha senso, ad esempio, costringere i piloti ad usare il casco in Motogp». —