2020, le parole di un anno particolare
Finalmente il 2020 se ne è andato, e ora speriamo in qualcosa di meglio. Non sarà facile, ma dobbiamo guardare avanti, possibilmente con fiducia. Invece guardando indietro possiamo passare in rassegna le parole che hanno contrassegnato questi lunghissimi mesi e che rimarranno per un bel po’ nella nostra memoria. Ce ne sono moltissime di ambito sanitario – da virus a virologo, infettivologo, microbiologo, immunologo, da terapia intensiva a intubare, da contagio a pronazione – ma anche tante altre di diverse “categorie”. Ecco un piccolo dizionario dell’era Covid 2020.
Assembramento/assembrati. Raduni di persone. Nel 2019 si usavano altre parole come affollamento/affollati, poi con le misure anti-virus nel linguaggio è arrivato il cambio.
Assolutamente sì. Due parole di gran moda nelle risposte degli esperti nelle interviste televisive.
Andrà tutto bene. Frase molto usata nei primi mesi della pandemia, ora quasi dimenticata (75mila morti).
Bonus. Dal latino. Tradotto: “buono” o “sconto” dello Stato. Ce ne sono moltissimi: sui lavori edili, le bici, i monopattini, i rubinetti, i mobili. Tutto per cercare di sostenere i consumi crollati.
Buonsenso. Appelli continui a questa virtù, che purtroppo non è di tutti.
Cashback. Dall’inglese: contanti che tornano indietro. È un altro sconto statale sugli acquisti pagati elettronicamente. Parola non troppo indicata per i più anziani.
Clic day. Ancora inglese. Corsa di milioni di persone tutte insieme davanti ai computer per assicurarsi bonus e benefici vari, purtroppo con enormi ingolfamenti, attese e blocchi del sistema.
Distanziamento sociale. Stare il più possibile soli, o poco accompagnati, per non infettarsi.
Dpcm. Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Provvedimenti che entrano in vigore immediatamente (fino al 2020 poco usati). Contengono regole e divieti. In continuo aggiornamento.
Governance. Dall’inglese. È sulla cresta dell’onda, pian piano sta cancellando il nostro “governo” di cui in realtà non è un sinonimo.
In presenza. Un anno fa eravamo presenti per strada, a scuola, negli alberghi, nei cinema, allo stadio, al ristorante, dappertutto. Ora per lunghi periodi siamo presenti a casa o in pochi negozi.
Lockdown. Ancora inglese per complicarci un po’ la vita. Potremmo tranquillamente dire “chiusura, blocco, confinamento”.
Mani. Lavarsi le mani spesso: altra regola fondamentale del periodo.
Mascherine. Tutti o quasi in giro a volto coperto. In mezzo mondo. Sofferenza iniziale per la carenza del prodotto, ma ora di mascherine se ne trovano di ogni tipo.
Nessuno sarà lasciato solo. Slogan molto usato dai membri del governo, purtroppo con risultati non proprio eccezionali.
Non ce lo possiamo permettere. Frase pronunciata spesso dal presidente Conte parlando di blocco totale delle attività e dei movimenti.
Ondata. Periodo di aggravamento delle diffusione del virus.
Resilienza. Capacità di reagire positivamente, termine molto in voga. Molto spesso viene usato al posto di resistenza.
Ristori. Nel 2019 si parlava di aiuti, finanziamenti, contributi, poi sono arrivati i “ristori” e hanno sbaragliato il campo.
Tampone. Nel 2019 si faceva soprattutto ai bambini per verificare la presenza di streptococco in caso di mal di gola sospetto, ora se ne fanno a miliardi nel mondo per controllare se si è infettati dal Covid.
Vaccino. Parola attualissima dato che da pochi giorni i primi vaccini sono in distribuzione. In corso il campionato mondiale tra chi si assicura più vaccini nel minor tempo e riesce a vaccinare più persone. Germania in testa, Italia in ritardo. Orgia di siringhe e aghi ogni giorno in tutti i tg.
Zoom. Sistema di collegamenti multipli audio/video con telefoni cellulari e computer che ha consentito a milioni di persone di rimanere in contatto per amicizia, parentela, riunioni di lavoro.
Conclusione: il 2020 è stato un anno incredibile, e purtroppo indimenticabile. Speriamo che almeno ci abbia insegnato qualcosa di utile. —
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