Medici da vaccinare contro il Covid? Istituiamo il passaporto sanitario
Se sono favorevole a rendere il vaccino anti Covid obbligatorio? No, non credo sia la soluzione giusta. Se ritengo che il vaccino sia sacro? Sì, assolutamente. C’è un dibattito aperto, a livello nazionale, sull’importanza della vaccinazione contro il Covid-19. E, su questo, dubbi non debbono essercene, mai. Lo dico da medico, ora in pensione. Ma anche da cittadino. È necessario, soprattutto in questa fase, sgomberare il campo da false notizie che stanno circolando. Da quelle messe in campo dai cosiddetti “No Vax” che, in tutta Italia, saranno a malapena un centinaio su oltre 400mila medici. Una fetta misera, una voce stonata, rispetto ai numerosi professionisti, seri e competenti, che credono davvero nel loro lavoro e che niente hanno a che spartire con i negazionisti, anzi.
Ma c’è un messaggio che vorrei arrivasse a tutti quanti: prima di parlare di obbligatorietà del vaccino anti Covid, diamo almeno la possibilità a tutti di vaccinarsi. A partire proprio dai lavoratori della sanità. Lo dico da presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Pisa che, con questa realtà, ha fatto i conti, in prima persona. Quando liberi professionisti – come dermatologi o oculisti – hanno bussato alla mia porta per dirmi che no, loro il vaccino anti Covid non se lo possono ancora fare. La loro categoria – in quanto liberi professionisti, appunto - non ha avuto neppure la possibilità di prenotarsi sul portale della Regione Toscana. Mentre, a mio avviso, tutti i medici, in egual misura, avrebbero dovuto essere vaccinati in prima istanza. Per questo dico: più che rendere la vaccinazione obbligatoria, facciamo in modo che possa toccare a tutti quanti. Se davvero, secondo le stime, sarà vaccinato l’80 o il 90 per cento della popolazione toscana, l’obbligatorietà della vaccinazione non è necessaria.
D’altra parte, lo sappiamo: raggiungere la totalità della cittadinanza è in ogni caso impossibile. Perché ci sarà sempre una parte che, suo malgrado, non potrà sottoporsi al vaccino anti Covid: mi riferisco, tra gli altri, a chi abbia allergie specifiche o agli immunodepressi. Sono dunque favorevole al vaccino, ma non alla sua obbligatorietà. Credo nella forza di riuscire a persuadere le persone, grazie a motivazioni corrette, partendo dalla realtà e dall’emergenza sanitaria che stiamo attraversando, senza dare spazio a chi abbia visioni che si discostano del tutto dall’evidenza scientifica. Molti, infatti, si chiedono cosa succederà dopo sei mesi o un anno dalla somministrazione del vaccino.
Ecco, in questo senso mi sento di dire con certezza che dubbi non debbano esistere. Innanzitutto perché il vaccino è stato testato: è stato messo in campo uno sforzo immane, sia in termini economici che di ricerca, per consentire a tutti noi di avere una difesa contro il virus. Quanto durerà la sua efficacia? Avrà degli effetti collaterali? Queste domande possono riferirsi a qualunque farmaco che assumiamo, e non solo al vaccino anti Covid. Anche il più conosciuto vaccino antinfluenzale, quello che è stato somministrato più o meno a tutti, almeno una volta nella vita, non dura per sempre e deve essere ripetuto ogni anno. Nonostante questo, sono contrario all’obbligo per la vaccinazione anti Covid.
Mi dico favorevole, invece, a quella proposta che sta circolando proprio in questi giorni: l’istituzione di un “passaporto sanitario”. Un documento internazionale che riporti in calce chi sia stato vaccinato oppure no. Da qui potrebbe cominciare un ragionamento importante. Che potrebbe riguardare i lavoratori della sanità così come i privati cittadini. Come a dire: se non sei vaccinato contro il Covid-19, non puoi lavorare in una struttura pubblica. Oppure: non puoi viaggiare fuori dai confini del nostro Stato. Sono sicuro che, in questo modo, in molti ci penserebbero due volte prima di rinunciare al vaccino. Senza dover introdurre, però, nessuna costrizione. Nessuna obbligatorietà.
Giuseppe Figlini (presidente dell'Ordine dei medici di Pisa)