Noi dobbiamo intervenire su chi dice no
Per rendere obbligatorio il vaccino anti Covid ci vorrebbe una legge dello Stato che, almeno per il momento, non c’è. Ma noi medici dobbiamo attenerci a un codice deontologico che, per noi, è legge. O, perlomeno, la consideriamo tale.
L’articolo tre recita: “Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera”. Che tradotto nel contesto attuale significa: chi lavori nella sanità e decida di non vaccinarsi mette a rischio, di conseguenza, la salute dei suoi assistiti.
Quello che vogliamo evitare, com'è ovvio, è che sia lesa o messa in pericolo, con il proprio comportamento, la salute altrui. E questo, come Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Firenze, non possiamo permetterlo. Come Ordine, però, abbiamo la possibilità di intervenire nei confronti di quei medici che assumano posizioni contrarie al vaccino anti Covid. Così per principio, senza un buon motivo, insomma.
Non resteremo in disparte a guardare se alcuni si metteranno contro la scienza e la medicina. Chiunque lavori nel mondo della sanità non può che accogliere con gioia ed entusiasmo l’arrivo del vaccino. Abbiamo visto le persone ammalarsi, alcune morire, purtroppo. Sono il presidente dell’Ordine dei medici, è vero. Ma, prima di tutto, sono un medico ospedaliero. Sono stati mesi lunghi, difficili per tutti. E il fatto di sapere che un vaccino ci sia è un segno di grande speranza. Quella che molti hanno giustamente definito la “luce in fondo al tunnel”. Per questo mi appello ai miei colleghi e alla valorizzazione dell’articolo tre del nostro codice deontologico: quello è il nostro faro, la nostra legge. Dobbiamo aggrapparci a quella tutela della vita – perché di questo si tratta – che non può e non deve mai venire meno.
E dobbiamo essere noi i primi a dare il buon esempio. Altrimenti, non potremo far altro che intervenire, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, contro chi assuma posizioni “No Vax”. A ragion del vero, però, debbo dire che i numeri, negli ultimi tempi, sono rassicuranti. Se osserviamo, infatti, le prenotazioni sul portale della Regione Toscana, le adesioni sono molto elevate. Soprattutto tra medici e infermieri. Soltanto in ospedale, il 90 per cento ha richiesto di poter essere sottoposto al vaccino anti Covid. Dati che non possono che renderci fiduciosi e ottimisti. Perché significa una cosa soltanto: che la maggior parte dei lavoratori della sanità ha compreso l’importanza della vaccinazione. Come scudo, unica arma di difesa contro il virus. Per questo faccio un appello, a tutti quanti: non sprecate questa occasione, vaccinatevi. E lo stesso dico al resto della popolazione toscana, quando arriverà il suo momento, facendo anche un passo in più. Chiederemo alla Regione Toscana di coinvolgere i medici di medicina generale nella campagna vaccinale.
È impensabile, infatti, che gli assistiti si rechino in ospedale per ricevere la loro dose di vaccino anti Covid. Quando potrebbero ottenere lo stesso risultato rivolgendosi al medico di famiglia. Ma non solo. Prima della vaccinazione avviene la cosiddetta anamnesi, la raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente. Una sorta di mappa del suo stato di salute, in sostanza. E chi meglio dei medici di famiglia potrebbe svolgere la raccolta di questi dati che sono già presenti nella banca dati dei dottori? D’altra parte, chi meglio di loro può accompagnare gli assistiti nel percorso della vaccinazione anti Covid? Porteremo questa istanza in Regione, perché crediamo che i medici di medicina generale possano ricoprire un ruolo fondamentale nella fase di persuasione della popolazione a vaccinarsi. Visto che, almeno per il momento, un vero obbligo alla vaccinazione anti Covid non c’è.
Pietro Dattolo (presidente dell'ordine dei medici di Firenze)