Slovenia, via ai test di massa dalle palestre alle fabbriche
LUBIANA Prima gli esami di massa nelle piazze delle maggiori città, a cavallo di Natale. Poi la possibilità di sottoporsi a tampone ad alcuni valichi di frontiera con la Croazia e all’aeroporto di Lubiana. Infine, screening nelle grandi fabbriche ai dipendenti che tornano al lavoro dopo le ferie. E test antigenici rapidi gratuiti negli ambulatori di tutto il Paese. Testare il più possibile: pare questa la strategia-chiave della vicina Slovenia per tenere sotto controllo l’epidemia. Lo conferma il lancio, ieri, di un programma di test rapidi gratis nelle “Case della sanità” slovene e in altre strutture ad hoc, come la fiera a Celje o la hall del palazzo comunale a Kranj, dove tutti i cittadini, anche senza appuntamento, potranno rivolgersi per verificare di essere positivi o meno al virus, hanno specificato i media locali.
I test di massa sono iniziati a macchia di leopardo ed entreranno a regime nei prossimi giorni, ma i primi hanno avuto già successo, con 200-250 test all’ora solo nella palestra Kodeljevo di Lubiana. Ci si muove anche sul fronte dei privati: molte aziende e fabbriche hanno offerto ai propri dipendenti la possibilità di screening, dalle acciaierie Impol al produttore di elettricità Dravske Elektrarne Maribor. I test di massa sono pensati esclusivamente per le persone «non malate», senza sintomatologia, ma che temono di essere venute in contatto con qualche positivo, ha specificato il segretario di Stato alla Salute, Marija Magajne. Lo stesso segretario ha assicurato che Lubiana ha provveduto una quantità sufficiente di tamponi per i bisogni della popolazione. Nella fascia confinaria con l’Italia, ha riportato la Tv pubblica slovena, i test sono partiti a Isola ieri; a Pirano e a Capodistria si inizierà il 6-7 gennaio. Fra i testati, ieri, anche i docenti e gli staff delle istituzioni per minori con bisogni speciali, che riapriranno oggi dopo tre mesi di lezioni a distanza.
E sempre ieri è partito un nuovo allentamento delle misure restrittive. A beneficiarne sono centri sportivi, piscine e palestre, «a rigide condizioni», ha comunicato l’agenzia di stampa slovena Sta.
La Slovenia, dopo aver registrato ieri altri 744 nuovi contagi e 35 decessi, con la curva dei contagi che si mantiene costante “plateau”, continua a premere sull’acceleratore del programma vaccinale. Ieri altre 17 mila dosi sono giunte nel Paese e saranno destinate agli operatori sanitari, nei prossimi giorni si punterà sulla vaccinazione degli over-80 che non vivono nelle case di riposo, per poi focalizzarsi sugli anziani di età più bassa. Ieri sera però l'Istituto nazionale per la salute pubblica (Nijz) ha confermato di aver ricevuto una segnalazione di reazioni allergiche al vaccino e un'altra relativa a un decesso coinciso con la vaccinazione di un paziente in una casa di cura. In Slovenia finora sono giunte solo dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. Come riporta il portale della tv pubblica slovena, il Nijz ha informato il ministero della Salute, che ha predisposto una commissione per indagare.
Rimane intanto stabile la situazione in Croazia, dove ieri sono stati annunciati altri 361 contagi su poco meno di tremila tamponi e 54 nuovi decessi. Poche le variazioni sul fronte ospedaliero, dove i ricoverati veleggiano sempre su quota 2.500, mentre sono scesi sotto i 200 i pazienti in terapia intensiva (ieri 196). Nel frattempo, pure in Croazia è corsa contro il tempo per l’immunizzazione. Ieri sono arrivate altre 17.500 dosi del vaccino Pfizer-Biontech, che permetteranno di procedere a tutela in particolare del personale medico più esposto e dello staff delle case di riposo, mentre nella seconda fase si punterà sull’immunizzazione della fascia over-65 e dei malati cronici, fra le persone più a rischio in caso di infezione. Sono finora più di 12mila i vaccinati in Croazia. —